Dieci dischi di classica da regalare a Natale

Dieci dischi da regalare a Natale. Classica e lirica da metter sotto l’albero. Cd, a volte anche il vecchio vinile tornato di moda di recente, da acquistare in negozio o da recuperare sulle piattaforme di vendita online. Regalare e regalarsi musica in questo strano 2020. Ecco alcuni consigli.

 

1. Ludwig van Beethoven. Uto Ughi plays Beethoven. Violino Uto Ughi. Sony Classical

Quattro cd con l’integrale delle Sonate per violino di Ludwig van Beethoven. La Sony pubblica la storica incisione realizzata nel 1978 da Uto Ughi con il pianista Lamar Crowson. Dopo essere uscite in vinile quarantadue anni fa, ecco ora per la prima volta in cd le dieci pagine scritte dal compositore tedesco, di cui nel 2020 si ricordano i duecentocinquant’anni della nascita, tra il 1798 e il 1812. Un omaggio a Beethoven e un documento storico che testimonia l’arte di un violinista come Ughi che ha fatto la storia della musica italiana.

 

2. Gioachino Rossini. Amici e rivali. I virtuosi italiani, direttore Corrado Rovaris. Tenori Michael Spyres e Lawrence Brownlee. Erato

Duello di tenori in questo disco tutto rossiniano della Erato. Perché due dei più raffinati interpreti delle partiture del genio di Pesaro, Michael Spyres e Lawrence Brownlee, si sfidano a suon di acuti ripercorrendo le orme degli storici interpreti per i quali rossini scrisse le sue opere, su tutti Giovanni David e Andrea Nozzari. Tenori, appunto. Amici e rivali che si sfidano a distanza di anni come Otello e Rodrigo o Giacomo e Rodrigo (de La donna del lago), come Ricciardo e Agorante. Ecco, con I virtuosi italiani diretti da Corrado Rovaris, pagine da Il barbiere di Siviglia, Ricciardo e Zoraide, La donna del lago, Elisabetta regina d’Inghilterra, Otello, Le siège de Corinthe e Armida. Con i due tenorissimi un’altra voce di tenore rossiniana (e donizettiana) doc, quella di Xabier Anduaga insieme al mezzosoprano Tara Erraught.

 

3. Johnannes Brahms. #WeAreBrahms. Violoncello Mattia Zappa, pianoforte Massimiliano Mainolfi. Decca

Il titolo è un hastag, #WeAreBrahns, noi siamo Brahms. Lo dicono Mattia Zappa e Massimiliano Mainolfi che hanno suonato il loro primo Brahms insieme nel 1995. E sul leggio c’era la Sonata per violoncello e pianoforte in mi minore op.38, una delle due pagine che i due musicisti mettono nel loro ultimo disco insieme, naturalmente, alla Sonata per violoncello e pianoforte in fa maggiore op.99. Allora erano studenti alla Julliard School di New York, freschi di diploma in Conservatorio, oggi sono un duo cameristico affermato che incide per la Decca. Due pagine diverse nello stile e nelle atmosfere, ma allo stesso tempo complementari che Zappa e Mainolfi hanno inciso, poco prima del lockdown di primavera, immersi nella natura in uno studio sull’altopiano altoatesino del Renon.

 

4. Giuseppe Verdi. Otello. Orchestra e coro dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, direttore Antonio Pappano. Interpreti principali Jonas Kaufmann, Federica Lombardi, Carlos Alvarez. Sony classical

All’Otello, quello di Giuseppe Verdi, Jonas Kaufmann ci è arrivato nella maturità. Lo ha fatto, la prima volta, nel 2017 al Covent Garden di Londra con Antonio Pappano sul podio. E ora è sempre la bacchetta del direttore italo-britannico ad affiancare il tenore tedesco nella sua prima incisione del capolavoro verdiano. La Sony pubblica l’incisione realizzata a Pappano con orchestra e coro dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma. Accanto a Kaufmann, che offre la sua voce brunita e avvolgente al Moro di Venezia, la voce unica e inconfondibile di Carlos Alvarez che è Jago. Federica Lombardi, uscita dall’accademia di canto della Scala, è Desdemona.

 

5. Wolf, Mozart, Borenstein Cajkovskij. Italian postcards. Quartetto di Cremona. Avie

Cartoline dall’Italia. In musica. Sono quelle che spedisce il Quartetto di Cremona che per Avie pubblica Italian postcards. Ricordi di musicisti che hanno viaggiato nel nostro paese e lo hanno raccontato nelle loro partiture. Ecco la Serenata italiana composta nel 1887 da Hugo Wolf accanto al Quartetto per archi n.1 in sol maggiore Lodi di Wolfgang Amadeus Mozart. E poi i Cieli d’Italia, brano commissionato appositamente in questo 2020 dal Quartetto di Cremona al compositore franco-britannico di origine israeliana Nimrod Borenstein. Infine il Sovenir de Florence di Piotr Il’Ic Cajkovskij: per l’occasione, accanto ai violini di Cristiano Gualco e Paolo Andreoli, alla viola di Simone Gramaglia e al violoncello di Giovanni Scaglione si sono uniti Ori Kam alla viola e Eckart Runge al violoncello.

 

6. Johann Sebastian Bach. Variazioni Goldberg. Pianoforte Lang Lang. Deutsche grammophon

Lang Lang le ha definite «l’Himalaya della musica». E si è detto felice di averle finalmente scalate, arrivando in vetta alla Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach. Il musicista cinese, nato a Shenyang nel 1982, le ha incise per la Deutsche grammophon dopo averle studiate ed eseguite per vent’anni. Disco che presenta una doppia versione della celebre pagina che il compositore tedesco scrisse tra il 1741 e il 1745. Una versione classica, incisa in studio e dunque meditata e soppesta. E una dal vivo, registrata con l’adrenalina e l’emozione del caso durante un concerto nella Thomaskirche di Lipsia, proprio accanto alla tomba del compositore tedesco.

 

7. La vanità del mondo. Ensemble Artaserse, direttore e controtenore Philippe Jaroussky. Erato

Doppia veste per Philippe Jaroussky che nel suo nuovo cd inciso per Erato veste i panni abituali del controtenore, ma anche quelli abbastanza inediti di direttore d’orchestra, alla guida dell’ensemble Artaserse da lui fondato. Pagine da oratori di Antonio Caldara, Pietro Torri, Alessandro Scarlatti, Georg Friedrich Händel, Johann Adolph Hasse, Benedetto Marcello, Fortunato Chelleri, Antonio Maria Bononcini, Nicola Fago con cinque brani incisi per la prima volta. Arie da La Giuditta e Dio sul Sinai, Il trionfo del tempo e del disinganno e La decollazione di San Giovanni Battista, Il faraone sommerso e La conversione di Sant’Agostino. Il titolo dell’album, invece, La vanità del mondo, guarda all’omonimo oratorio di Torri.

 

8. Richard Strauss. Also sprach Zarathustra. Lucerne festival orchestra, direttore Riccardo Chailly. Decca

Per Riccardo Chailly il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno del suo primo Richard Strauss operistico. La pandemia, invece, ha bloccato alla vigilia del debutto la Salome che avrebbe dovuto andare in scala a marzo al Teatro alla Scala con la regia di Damiano Michieletto. Ecco allora uno Strauss sinfonico, quello registrato nell’agosto del 2017 a Lucerna con la Lucerne festival orchestra di cui il direttore mianese è guida musicale. Ecco, nel cd pubblicato da Decca, Also sprach Zarathustra, pagina che offre il titolo all’album e accanto alla quale si ascoltano Tod und Verklärung, Till Eulenspiegels lustiges Streiche e, anticipazione di quello che avrebbe dovuto essere l’opera (che la Scala conta di recuperare appena possibile) la Danza ei sette veli dalla Salome.

 

9. Il bravo. Virtuosi Brunensis, Camerata Bach choir, direttore José Miguel Pérez-Sierra. Baritono Vittorio Prato. Illiria

Un disco, in forma di recital (è stato registrato al festival Rossini di Wielban, ma nel programma non c’è il compositore pesarese), dedicato ai cattivi (ma tremendamente simpatici) della storia dell’opera. Lo propone il baritono Vittorio Prato ne Il bravo, inciso per Illiria productions con i Virtuosi Brunensis e colleghi come il soprano Francesca Longari, il mezzosoprano Margherita Tani, il tenore Patrick Kabongo Mubenga e il basso Zhiyuan Chen. Balducci, Balfe, Bellini, Coccia, Donizetti, Generali, Marliani, Mercadante gli autori scelti da Vittorio Parto che è, tra gli altri personaggi, Riccardo de I puritani, Resatno del Gianni da Calais, Malatesta del Don Pasquale, Gradenigo de Il bravo (ecco il titolo del cd), Ford di Falstaff (ma non quello di Verdi, quello di Balfe). Piccole scene che raccontano un mondo.

 

10. Ludwig van Beethoven. Cristo sul Monte degli Ulivi. London symphony orchestra, direttore Simon Rattle. Interpreti Elsa Dreising, Pavel Breslok, David Soar. Lso

Il 2020 è l’anno di Ludwig van Beethoven. Celebrato, per i 250 anni dalla sua nascita, un po’ sottotono a causa della pandemia. Molti i concerti omaggio – dalle varie integrali delle Sinfonie ai programmi con pagine più rare – saltati, diversi i progetti cancellati. Tra quelli andati felicemente in porto c’è il disco pubblicato dalla London symphony orchestra (attraverso la sua etichetta Lso) con il Cristo sul monte degli ulivi, oratorio che il compositore di Bonn scrisse nel 1801, appena arrivato a Vienna, pagina nella quale Beethoven si cimenta per la prima volta con la musica vocale drammatica. Il libretto di Franz Xaver Huber racconta l’agonia di Cristo nel Getsemani, l’abbandono da parte degli apostoli e il tradimento di Giuda dopo il quale Cristi si incammina sulla strada del Calvario. a proporre la pagina di raro ascolto è Simon Rattle sul podio della London symphony e con le voci di Elsa Dreising, Pavel Breslok e David Soar.