Non c’è Rossini opera festival, da una ventina d’anni, che non abbia in cartellone Il viaggio a Reims. Quello riscoperto proprio dal Rof negli anni Ottanta e affidato, la prima volta, a Claudio Abbado e Luca Ronconi. Viaggio a Reims che dal 2001 è il “saggio” di lusso, perché è un vero e proprio spettacolo del cartellone della rassegna di Pesaro, dell’Accademia rossiniana. Scuola di canto che quest’anno, causa Covid, ha avuto non pochi intoppi: nel cartellone di agosto il Viaggio è andato in scena con allievi delle passate edizioni (perché le lezioni erano saltate) e qualcuno di loro è tornato anche nella ripresa di questa appendice autunnale dove la storica regia balneare di Emilio Sagi ha visto in scena i ragazzi che hanno frequentato (in ottobre) l’Accademia 2020.
Spettacolo che funziona sempre. Semplice da realizzare e adatto ai distanziamenti imposti dalla pandemia (qualche tocco originale è stato messo da Matteo Anselmi che ha ripreso la regia). Voci interessanti come quelle di Lara Lagni (Corinna dagli acuti di cristallo), Nutsa Zakaidze e Marta Pluda (alternatesi nel ruolo di Melibea che hanno disegnato con fascino scenico e vocale), Patricia Calvache (pungente Foleville), Gianni Giuga (Don Profondo dal bellissimo timbro), Lorenzo Grante (elegante Trombonok). Ma su tutti a lasciare il segno con una zampata vocale rossiniana davvero notevole il Libenskof di Matteo Roma, allievo dell’Accademia 2019, e da allora in continua (e rossinianamente in rapido crescendo) maturazione: voce tra le più belle in circolazione con acuti facilissimi, timbrati e squillanti, linea di canto raffinata e musicalità innata, il tenore veneto (tra le voci rossiniane, e non solo, del futuro) ha presenza scenica efficace, giusta anche nel lasciar trasparire l’emozione (e la responsabilità) di cantare Rossini a casa sua.
A tenere insieme il cast eterogeneo di giovani talenti, con gusto e bella capacità narrativa, Alessandro Cadario che sul podio dell’Orchestra sinfonica Rossini offre una lettura misurata e raffinata della (ormai) celebre partitura. Viaggio, come il Barbiere diretto da Michele Spotti, replicato più volte, sempre a porte chiuse, ora rivedibile sui canali social (da YouTube a Facebook) del Rof. Festival che per il prossimo anni annnuncia, Covid permettendo, Moise et Pharaon, Eliabetta regina d’Inghilterra e Il signor Bruschino.