La Scala riapre a luglio con quattro concerti

Il sovrintendente Dominique Meyer annuncia la ripartenza con appuntamenti di musica da camera per 600 spettatori A settembre niente Traviata e Aida: troppa gente in scena

Dopo quattro mesi e mezzo di silenzio il Teatro alla Scala riapre le porte. Il 6 luglio seicento spettatori (meno di un terzo rispetto ai duemila che entravano prima del Covid, ma molti di più rispetto ai duecento inizialmente previsti dalle direttive del governo) potranno tornare a sedersi in platea e nei palchi del Piermarini, adeguatamente distanziati, per riascoltare musica dal vivo. «Sarà un’emozione risentire le note diffondersi per la sala» dice il sovrintendente Dominique Meyer. Un ritorno che avviene prima del previsto dato che in un primo tempo la ripartenza era stata annunciata (in grande stile con Traviata, Bohéme e Aida che, però, non si faranno) per settembre. «Nelle ultime settimane le regole per poter tornare in teatro si sono definite ulteriormente e più precisamente e abbiamo potuto organizzare un ciclo di quattro concerti di musica da camera già per le prime due settimane di luglio» annuncia Meyer in videoconferenza dal suo studio di Vienna, promettendo poi: «Sarò a Milano nei prossimi giorni e da lì non mi muoverò più».

Dalla capitale austriaca Meyer, che chiude in questi giorni il suo mandato come intendent alla Staatsoper, annuncia che «abbiamo lavorato per mettere nero su bianco una disposizione e un distanziamento in teatro che consentisse di avere seicento spettatori anziché i duecento inizialmente previsti dalle direttive governative. Certo, se avessimo seguito l’esempio di altri teatri che mettono l’orchestra in platea per fare l’opera non avremmo potuto avere questi numeri: ecco perché la scelta di concerti di musica da camera con pochi esecutori». Il 6 luglio alle 20 si parte con il baritono Luca Salsi, il pianoforte di Beatrice Rana e il violoncello di Mischa Maisky.

Luca Salsi, Beatrice Rana e Mischa Maisky protagonisti il 6 luglio

L’8 luglio protagonisti il violino di Patricia Kopatchinskaja e le voci del tenore Francesco Meli e del soprano Federica Lombardi accompagnate al pianoforte da Giulio Zappa. Il 13 luglio sul palco saliranno allievi ed ex allievi dell’Accademia del Teatro alla Scala accompagnati al pianoforte da Michele Gamba: tra gli altri Irina Lungu e Fabio Capitanucci. Il 15 luglio chiusura del ciclo con gli ensemble da camera della Filarmonica della Scala che sono già tornati a fare musica dal vivo proponendo concerti nei cortili milanesi nel fine settimana dal 26 al 28 giugno.

Patricia Kopatchinskaja, Francesco Meli e Federica Lombardi sul palco l’8 luglio

Settantacinque minuti di musica senza intervallo, bar e guardaroba chiusi per evitare assembramenti. Biglietti a 48 euro per platea e palchi, a 24 euro per la galleria con prelazione per gli abbonati dal 29 giugno e vendita aperta a tutti dal 1 luglio esclusivamente online. «Gli appartenenti allo stesso nucleo familiare potranno sedere vicini. Gli spettatori dovranno entrare in teatro con la mascherina, ma potranno toglierla durante l’esecuzione per rindossarla poi al termine del concerto» spiega il sovrintendente Meyer ripetendo più volte «di voler fare un paso alla volta, per riaprire in sicurezza. In altre parti d’Italia, a Firenze o a Roma, si possono fare le cose con più facilità: in Lombardia il virus fa ancora paura e dobbiamo andare cauti. Abbiamo iniziato con il museo, ora la musica da camera. Non potevamo subito riprendere con l’orchestra a pieni ranghi o la lirica e non volevamo nemmeno una ripartenza simbolica, per questo abbiamo puntato su artisti di fama internazionale per i primi appuntamenti e abbiamo lavorato per avere più spettatori possibili». Teatri aperti dal 15 giugno e a chi gli chiede perché la Scala non apre le porte prima del 6 luglio Meyer risponde: «Non volevamo fare la gara per arrivare primi, ma volevamo essere pronti a rispettare tutti i protocolli di sicurezza. Il Piermarini presenta una situazione complessa. E per avanzare senza rischi per il personale del teatro e per il pubblico abbiamo chiesto la collaborazione dei medici dell’ospedale Sacco che ci hanno aiutato nella stesura delle procedure e hanno effettuato test e tamponi ai dipendenti che lo hanno chiesto».

Dopo i quattro concerti di luglio appuntamento, a settembre. «Abbiamo individuato – annuncia Meyer – protocolli per il ritorno al lavoro con i sindacati, così le masse artistiche, orchestrali, coristi e ballerini, rientreranno da fine agosto. La cassa integrazione che oggi percepiscono i settecento dipendenti scaligeri, terminerà invece con l’inizio delle ferie estive». Periodo durante il quale i lavori in teatro non si fermeranno «perché, chiuso il ciclo di concerti, si lavorerà per risistemare l’inclinazione del palcoscenico. In questi giorni, invece, sono già al lavoro i tecnici per mettere in sicurezza il palcoscenico e predisporre il ritorno del pubblico. Non solo. Stiamo mettendo a punto un sistema di telecamere fisse, che mancava in teatro, per poter trasmettere in streaming tutto quello che fa la Scala e avere così un’eco internazionale» spiega il sovrintendente che conferma che la ripresa dopo le vacanze avverrà il 3 settembre con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi che Chailly dirigerà nel Duomo di Milano.

«In accordo con la diocesi e con l’arcivescovo, monsignor Mario Delpini, abbiamo scelto questo luogo simbolo della città per fare memoria delle vittime della pandemia. Il 5 settembre in teatro, sempre diretta da Chailly, risuonerà la Nona di Beethoven. Abbiamo invece dovuto accantonare il progetto di ripartire con tre titoli popolari come Traviata, Bohéme e Aida: impossibile mettere in scena allestimenti con regie (di Liliana Cavani e Franco Zeffirelli) così complesse e partiture che prevedono un coro massiccio. Saltata la tournée in Giappone avevamo pensato anche a Tosca, ma non mi sono sentito di riproporre agli abbonati lo stesso spettacolo che hanno visto a inizio stagione». Un nodo è quello dei cantanti scritturati e rimasti senza lavoro e senza stipendio a causa degli spettacoli cancellati. «Nei contratti c’è la clausola delle “cause di forza maggiore” difficile da aggirare. Occorre trovare sistemi per poter tutelare gli artisti: in Germania e in Austria le cose sono più semplici, in Italia c’è ancora da lavorare» spiega Meyr che lavora alla ridefinizione del cartellone autunnale che sarà annunciato a giorni. «Non escludo per settembre spettacoli all’aperto, che per ora vedo difficili, e per questo nei prossimi giorni mi confronterò con le autorità cittadine. Ma se le regole per il pubblico sono giustamente rigide in teatro, lo sono anche sotto le stelle. E vorrei evitare che un evento come un concerto in piazza possa creare un pericoloso assembramento».

Attenzione puntata anche sulla prossima stagione – che dovrebbe aprirsi il 7 dicembre con Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti con Riccardo Chailly sul podio e le voci di Lisette Oropesa, Juan Diego Florez e Ludovic Tezier – che Meyer presenterà a fine agosto. «A gennaio era pronta, ma abbiamo dovuto ridisegnarla completamente. Stiamo rivedendo anche i budget dato che sarà difficile riavere subito il pubblico straniero, che rappresenta un terzo degli spettatori della Scala. Non voglio andare a 200 all’ora e poi rischiare di schiantarmi contro un muro» conclude il sovrintendente.