Collaborazione tra il teatro milanese e il motore di ricerca per una vista virtuale tra platea, palchi e dietro le quinte Lancio con un video dove gli artisti cantano Verdi da casa
Il meccanismo è quello di Street Wiew, il cursore con l’omino giallo che su Google Maps consente di vedere in 3D una strada, un edificio, di planare dall’altro verso un numero civico per verificare se lì c’è ancora quel negozio o quel ristorante che ci ricordavamo. Visioni che ti portano in media res. Questa volta succede non più per le strade di città, su un sentiero di montagna o tra gli scogli di una spiaggia, ma al chiuso, in un teatro, il Teatro alla Scala che grazie a Google Arts & Culture apre le porte ad una vista virtuale da fare dal pc di casa o dallo schermo dello smartphone (è disponibile gratuitamente sul web da laptop e dispositivi mobili o tramite l’app per iOS e Android). Un accurato lavoro di mappatura di ogni angolo del teatro ed ecco pronto un tour del Piermarini.
Si può entrare nel foyer dalla porta principale per poi accedere alla platea dove alzare lo sguardo verso il lampadario. E se si prende una scala di servizio si può addirittura entrare nella struttura che rischiara la sala dentro la quale sono posizionati i proiettori che seguono i cantanti, illuminandoli, durante i loro spostamenti sul palco. Ecco i corridoi sui quali si affacciano i camerini degli artisti che portano direttamente sul palcoscenico dove Street Wiew aiuta a provare ad immaginare l’effetto che fa il sipario che si apre… dall’altra parte, dalla parte degli di cantanti e ballerini che dal 1778 si esibiscono sul palco della Scala. Oggi no, certo, a causa dello stop imposto dal coronavirus, ma con Google Arts & Culture (che ha messo online il patrimonio di 2mila istituzioni culturali di 80 paesi nel mondo) si può provare a immaginare come sarà quando la musica tornerà a risuonare.
Ecco alcune pagine del sito
Uno sguardo alla graticcia con le corde che tengono appese le scenografie, poi una scappata nella buca del suggeritore, rivestita della stessa stoffa rossa che avvolge i palchetti. Un passo e si è nella buca dell’orchestra per osservare dal basso verso l’alto la sala, per provare a mettersi avanti a un leggio e immaginare sul podio i grandi direttori che hanno fatto la storia del teatro da Arturo Toscanini a Claudio Abbado, da Riccardo Muti a Riccardo Chailly – a ognuno è dedicato un focus. E si può provare davvero a mettere sul leggio (sempre virtualmente, s’intende) una partitura grazie alla digitalizzazione di alcune pagine dell’archivio musicale: Mozart, Beethoven, Rosini e Verdi. L’ascensore porta poi nelle sale prova di orchestra, coro e corpo i ballo: sedie e leggii per i musicisti, specchi e sbarre per i danzatori. E poi i camerini dove accanto al classico specchio con le luci tutte intorno per il trucco non manca un pianoforte per scaldare la voce prima di entrare in scena. Piccoli audio raccontano, in pillole, la storia del teatro, la funzione dei luoghi, gli aneddoti legati al Piermarini. Filmati raccontano il dietro le quinte, le prove della recente Tosca o quelle di Giselle che torna periodicamente in scena, uno dei classici del balletto.Prima di lasciare il teatro per l’Accademia dove si formano i professionisiti di domani e per i laboratori dell’Ansaldo, dove si costruiscono le scenografie, si cuciono i costumi e si provano le regie, si può fare un salto al museo che raccoglie i cimeli storici scaligeri. Ben 259mila le immagini digitalizzate e messe online nella sezione di Google Arts & Culture dedicata al Teatro alla Scala: partiture e programmi di sala, locandine, bozzetti e figurini, ma anche scatti di scena degli allestimenti storici. Non solo perché Art camera permette di entrare nei dettagli di alcuni costumi, fotografati appositamente, per scoprine materiali, fattura osservando persino le cuciture degli abiti di scena indossati dagli artisti passati negli anni dal Piermarini, su tutti Maria Callas, la più grande di tutti, alla quale è dedicata un’ampia sezione del sito.
Per lanciare l’iniziativa ecco il video A casa con gli artisti della Scala. Toccante e commovente, in tempi in cui i teatri sono chiusi (e la voglia di tornare ad ascoltarvi musica è tanta) e le persone cercano di rispettare responsabilmente, stando a casa, le regole imposte da politica e autorità sanitarie. Il suono è quello tipico di un’orchestra che accorda: il clarinetto che dà il la al violino, viole e violoncelli che passano l’archetto sulle corde. Poi silenzio. Lo schermo nero. Ma la prima nota che si sente non è una delle tante che stanno all’inizio di una qualsiasi partitura. Perché siamo già nel mezzo del discorso, come se si riprendesse un dialogo interrotto proprio dal punto dove si era fermato. «Piango su voi, sul placido raggio del vostro clivo, là dove invan germoglia il ramo dell’ulivo» canta Luca Salsi e hai l’impressione che, forse, la musica non si è mai fermata. Nei teatri, forse, ma dentro ciascuno ha continuato a risuonare.
Canta, il baritono di Parma, l’accorato appello che Simone Boccanegra fa ai genovesi invitandoli alla pace, alla ragionevolezza, alla solidarietà e alla fratellanza. Parole attuali. Contrappuntate da 26 artisti del coro del Teatro alla Scala. Ognuno da casa propria, cuffiette nelle orecchie per essere connessi con i sessanta professori d’orchestra: chi suona sul balcone, chi in giardino, chi in cantina e chi in un sottotetto rustico. Da casa arrivano anche le voci di Krassimira Stoyanova e Francesco Meli, di Dimitry Beloselsky, Dalibor Jenis e Andrea Mastroni. Tutti impegnati nel grande concertato del primo atto del Simon Boccanegra di Verdi. Un primo piano di Salsi che allarga le braccia mentre invoca «E vo gridano pace e o gridando amor». Poi le immagini si moltiplicano disegnando un puzzle di volti ai quali si intrecciano i suoni. Un pizzicato e la musica si spegne, chi fa un inchino ad una platea che immagina oltre la finestra, chi non riesce a nascondere la commozione, chi ripone lo strumento. In attesa di estrarlo, presto, in teatro.
Ecco il video con il Simon Boccanegra di Verdi cantato da casa dagli artisti scaligeri