24.04.2020 «Sarà una ripresa molto difficile» quella che aspetta il Teatro alla Scala quando, passata l’emergenza coronavirus, si potrà tornare ad alzare il sipario e fare musica. Lo scrive il sovrintendente Dominique Meyer in una letta inviata a tutti i lavoratori del Piermarini nella quale il manager assicura «l’impegno quotidiano per la ricerca di soluzioni in questo momento drammatico» senza nascondere, però, quelli che saranno i nodi problematici della ripresa. Innanzitutto, scrive Meyer, «si dovrà mettere in conto un calo per diverse ragioni del numero degli spettatori e soprattutto del pubblico internazionale, con una conseguente forte contrazione dei ricavi che già in questi mesi di cancellazione degli spettacoli si sono ridotti per i mancati ingressi in biglietteria, per noi molto importanti».
Un nodo che lunedì sarà sul tavolo del consiglio di amministrazione convocato (in videoconferenza) per l’approvazione del bilancio 2019 e per l’esame di quello 2020. Ma si parlerà inevitabilmente anche della ripartenza. «Sono in contatto costante con il sindaco Beppe Sala, presidente del cda, con i fondatori e i partner del teatro per aggiornarli su quanto stiamo facendo per fronteggiare questa emergenza e per riconfermare oggi più che mai l’importanza del loro sostegno pur nella consapevolezza che la crisi sta producendo gravi ripercussioni anche sulle loro aziende».
Meyer in queste ore è impegnato in una trattativa con i sindacati per trovare un accordo su come affiancare il Fis, il Fondo di integrazione salariale: l’ammortizzatore sociale copre il 40 % dello stipendio (in media circa mille euro per i lavorarti scaligeri), la Scala si è detta disponibile ad integrare la cifra, ma chiede al governo come procedere dopo che la Corte dei Conti ha bocciato soluzioni analoghe messe in campo da altri teatri. «La comunità dei lavoratori costituisce il nostro principale patrimonio e consideriamo prioritario trovare soluzioni che possano salvaguardare sia la tenuta del teatro sia un sostegno economico che limiti l’impatto sui dipendenti e le loro famiglie» scrive Meyer lanciando, poi, un segnale di speranza per il futuro.
«La riapertura della Scala dovrà essere esemplare e avvertibile a Milano, nella regione, in Italia e in tutto il mondo» dice il sovrintendente che, mentre progetta la trasmissione in streaming delle opere e dei concerti, lavora «alla riprogrammazione della stagione in corso e per pianificare le stagioni future cerando di recuperare, dove possibile, le produzioni che non abbiamo potuto realizzare in questi mesi di chiusura».
Nella foto Brescia/Amisano Teatro alla Scala il sovrintendente Dominique Meyer
Articolo pubblicato su Avvenire del 24 aprile 2020