Il compositore polacco amico di Giovanni Paolo II scomparso a Cracovia a 86 anni dopo una lunga malattia Sue le colonne sonore di film come L’esorcista e Shining Autore di pagine sacre, aveva collaborato con i Radiohead
Cattolico, amico di Giovanni Paolo II. Polacco, come il pontefice. Tra i più importanti autori di musica contemporanea, esponente dell’avanguardia, ma diventato ormai un classico. Autore, a differenza di ciò che si potrebbe pensare con queste premesse, non per pochi. Anzi. Popolare nella sua musica. E non solo perché il suo percorso artistico aveva incontrato il cinema: le sue musiche, infatti, sono diventate le colonne sonore de L’esorcista di William Fridkin nel 1973 e di Shining di Stanley Kubrick nel 1980.
Krzysztof Penderecki si è spento a Cracovia a 86 anni dopo una lunga malattia. L’annuncio dalla sua famiglia, dalla moglie Elzabieta. Era nato a Debica il 23 novembre 1933.
Un nome, quello di Penderecki che nella storia della musica si affianca a quelli di Luigi Nono, Bruno Maderna, Pierre Boulez, Karl-Heinz Stockhausen, la cosiddetta Scuola di Darmstadt. Approccio, modi di pesare la musica simili. Diversi, spesso, gli esiti e i campi di indagine. La musica corale, quella della profonda tradizione religiosa della sua terra è uno degli ambiti di indagine e di ricerca del compositore polacco che nella sua lunga carriera ha scritto opere liriche e pagine corali, brani per orchestra e partiture di musica da camera. Gli studi di pianoforte e violino al Conservatorio di Cracovia, città dove otterrà l’insegnamento all’Accademia di musica (negli anni Settanta, poi, la docenza a Yale). Nel 1959 la vittoria al Concorso di Varsavia per giovani compositori lo fa conoscere al mondo.
Autore, ma anche direttore delle sue pagine, Penderecki da subito lega il suo lavoro alla fede: i Salmi di Davide sono del 1958 mentre nel 1965 arriva la monumentale Passione secondo Luca che il compositore scrive sul modello delle Passioni di Johann Sebastian Bach. Del 1961 la Trenodia per le vittime di Hiroshima, del 1967 il Dies Irae per i morti di Auschwitz, del 1979 il Te Deum e, composto tra il 1980 e il 1984, ecco il Requiem polacco. UPagine corali sono il Miserere (1965), il Veni Creator (1987), il Benedictus (2002) e il O gloriosa Virginum dedicato nel 2009 a José Antonio Abreu. Penderecki nel 2005 scrive una Chacconne per la scomparsa di Giovanni Paolo II. Otto le sinfonie tra le quali, la Settima, per soli, coro e orchestra e intitolata Le sette porte di Gerusalemme.
Quattro le opere liriche:I diavoli di Loudun ispirata al romanzo di Aldous Huxley va in scena nel 1969 ad Amburgo, Paradiso perduto, ispirato al poema di John Milton va in scena nel 1978 a Chicago e l’anno successivo arriva al Teatro alla Scala di Milano con lo stesso compositore sul podio; ci sono poi La maschera nera e Ubu rex. Diverse le composizioni per nastro magnetico e anche un lavoro per un ensemble jazz, Actions del 1971. Pagine di Penderecki anche nei film Il manoscritto trovato a Saragozza di Wojciech Has, Anatomia di un suicidio di Alain Resnais e Inland empire di David Lynch che nel 2017 userà la Trenodia del 1961 per il sequel della sua serie Twin Peaks.
Negli anni Ottanta un ulteriore passo verso un’apertura alla popolarità, Penderecki abbandona un certo linguaggio estremo degli inizi per dare alla sua musica un carattere ancora più tradizionale e classico. Pop, anche perché non rinuncia a collaborazioni nel campo della musica leggera. Nel 2012 Johnny Greenwood, chitarrista dei Radiohead coinvolse Penderecki nell’album The Master dove Trenodia e Polymorphia del compositore polacco erano affiancate da brani di Greenwood come Popcorn Superhet Receiver e 48 Responses to Polymorphia arrangiate per orchestra d’ archi. Non solo, arriva anche la collaborazione con Beth Gibbons che oggi, insieme a Greenwood, piange l’amico Penderecki, genio poliedrico della musica.
Nella foto tratta dagli archivi del Vaticano Krzysztof Penderecki con Giovanni Paolo II