Con Sani la realtà aumentata diventa musica

Prima assoluta di Tempestate del compositore ferrarese diretta da Angius con l’Orchestra di Padova e del Veneto Suono reale e virtuale tra motion capture e live electronics

L’effetto potrebbe essere quello di una magia. Ma è realtà. Realtà aumentata come accade con i più moderni strumenti tecnologici, smartphone e tablet, videogame che ci portano in una sorta di mondo parallelo dove tutto è all’ennesima potenza. Realtà virtuale. Suono virtuale, in questo caso, che, come in una magia appunto, si sovrappone al suono concreto, quasi fisico, che si sente (si vede?) prendere forma dagli strumenti dei musicisti dell’Orchestra di Padova e del Veneto. Una scappata a Padova per vedere l’effetto che fa. L’effetto che fa Tempestate, brano che il 28 febbraio si ascolta in prima assoluta nell’ambito, appunto, della stagione dell’Orchestra di Padova e del Veneto che lo ha commissionato a Nicola Sani, compositore in residence per la stagione 2019 dedicata al tema Tempi e tempeste. «Segno, questo incarico, che dice l’attenzione dell’Opv e del suo direttore Marco Angius alla musica contemporanea. E non era così scontato che accogliessero la sfida di questa pagina dove il suono dei musicisti si intreccia con motion capture e live electronics» racconta Sani, ferrarese, classe 1961, compositore, ma anche operatore culturale, oggi direttore artistico dell’Accademia Chigiana di Siena e presidente dell’Istituto nazionale di Studi verdiani di Parma dopo essere stato sovrintendente del Comunale di Bologna e direttore artistico dell’Opera di Roma.

«Sono partito da una suggestione visiva, quella di un videomapping: su un edificio venivano proiettate immagine dello stesso edificio che si sgretolava, si trasformava, prendeva il volo, dando un senso di straniamento, ma anche di magia. Ho provato a riportarlo nella musica, in questo Tempestate» racconta Sani che negli ultimi mesi ha realizzato una mappatura digitale di tutta l’orchestra. «Così – spiega – da sovrapporre questo suono a quello che i musicisti produrranno sul palco, eseguendo la partitura. Niente microfoni, ma la musica viaggerà nello spazio grazie all’elaborazione in presa diretta del sound mapping». A guidarla, a crearla il gesto del direttore d’orchestra Angius che sarà catturato dal motion capture, ripreso da una telecamera collegata ad un computer che modellerà il suono virtuale proprio sul suo muovere la bacchetta nello spazio. «La musica virtuale sarà dapprima soprapposta a quella dell’orchestra, poi si sdoppierà, si trasfigurerà, viaggerà nello spazio per tornare alla fine a sovrapporsi al suono dei musicisti» rivela Sani che alla fine degli anni settanta ha mosso i suoi primi passi proprio a Padova, al Centro di sonologia computazionale dell’Università degli studi. «Era un’epoca pionieristica, lavoravamo su macchine Ibm che occupavano un’intera stanza. Scrivevamo i programmi su schede perforate: una giornata di lavoro per produrre pochi secondi di suono» ricorda.

La musica si è evoluta, l’esplorazione del suono in questi anni, grazie a sistemi tecnologici e informatici ha trovato nuove soluzioni e ha sperimentato nuovi modi di ascolto. «E come c’è stato il passaggio da Beethoven a Wagner così da quelle schede perforate siamo passati al nastro magnetico sino al linguaggio usato dai computer: oggi si parla di tempo reale, di live electronic, di motion capture. E noi compositori abbiamo il dovere di usare gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione» riflette Sani che ha ritrovato in questo lavoro con l’Orchestra di Padova e del Veneto il laboratorio dei suoi primi anni di carriera: università e conservatorio hanno dato vita al laboratorio SaMPL guidato da Alivise Guidolin che cura la regia del suono del concerto di giovedì 28 febbraio all’Audiotrium Pollini.

I musicisti, grazie alla tecnologia, diventano soggetti attivi della sperimentazione. «Prima di oggi gli strumentisti, ma anche il direttore d’orchestra erano esecutori passivi di un suono che, catturato dai microfoni, veniva elaborato da altri e restituito agli spettatori attraverso gli altoparlanti. Ho voluto rendere gli esecutori consapevoli del loro ruolo, dare al direttore d’orchestra un ruolo da regista di questo gioco di rimandi. Così il concerto sarà un’esperienza unica e irripetibile perché se è vero che non esistono due esecuzioni identiche di uno stesso brano, ad esempio la Quinta di Beethoven, qui l’unicità sarà elevata all’ennesima potenza perché a seconda di come il braccio del direttore si muoverà nello spazio cambierà la resa sonora e il suono dell’orchestra virtuale» dice ancora Sani. Il compositore ha messo nero su bianco la partitura, ma, sorride, «l’esecuzione sarà imprevedibile, perché l’orchestra è una massa sonora  e timbrica, perché il gesto del direttore cambia a seconda dello spazio in cui si muove e della risposta dei musicisti».

Esperienza unica, dunque, da fare dal vivo, avvolti dal suono. Tempestate per Sani, che ha già sperimentato la tecnologia nel suo Chemical free (?) ricoprendo gli strumenti di sensori, «è una sorta di irruzione e di devastazione del  contesto sonoro prestabilito, un atto di ribellione che non avviene necessariamente per contrasti violenti, ma che penetra e frantuma qualsiasi vincolo.  Il primo vincolo che viene infranto è quello dello spazio: il lavoro è un progetto per orchestra e live electronics, dove lo spazio ha un ruolo fondamentale, grazie all’introduzione per la prima volta all’interno dell’orchestra del motion capture, tecnologia usata prevalentemente in ambito cinematografico e che viene qui portata in una dimensione di esplorazione spazio-timbrico-temporale del suono strumentale». La fusione di suono analogico e suono virtuale darà vita ad una sorta di «realtà musicale aumentata mai sperimentata in questa forma prima d’ora» conclude Sani che dal 27 marzo guiderà, sempre a Padova, le Lezioni di suono durante le quali proporrà diverse sue partiture (alcune in prima esecuzione italiana) per esplorare con il pubblico le nuove prospettive della composizione in rapporto al repertorio classico e del Novecento.

Il composiotre Nicola Sani