Il nuovo direttore musicale dell’Orchestra sinfonica di Milano presenta la stagione 24/25 che si apre il 15 settembre alla Scala
Cita Shakespeare e Goethe. Perché «ci sono molti elementi di un rapporto che non si possono esprimere a parole, se non si hanno le capacità di Shakespeare e Goethe». Ma come musicista, dice poi Emmanuel Tjeknavorian, «mi accorgo subito, dopo pochi minuti, se è scattata la scintilla oppure no». E a Milano è scattata. Immediatamente. Perché il musicista, nato a Vienna nel 1995 in una famiglia di origini armeno-iraniane, ha subito avvertito «un’intesa profonda a livello di sentimenti con la l’Orchestra sinfonica di Milano». Tanto che i musicisti e il cda della fondazione di largo Mahler non ci hanno pensato due volte a nominarlo loro nuovo direttore musicale. E in questa veste Emmanuel Tjeknavorian presenta la sua prima stagione, la stagione 2024-2025, alla guida dell’orchestra milanese. Stagione, che poi sono stagioni. Perché, come sempre, sono cinque (ma anche di più) i cartelloni che l’Orchestra sinfonica di Milano offre al pubblico: i 31 programmi sinfonici, la musica da camera il Crescendo in musica (con poi altre iniziative dedicate ai più piccoli, agli spettatori di domani), Pops e Musica & (che raccoglie altre belle iniziative degli scorsi anni, programmi in cui la musica dialoga con altre discipline, dalla scienza al cinema…).
Un mandato che inizierà a settembre e che durerà tre anni quello di Tjeknavorian. «Questa stagione inaugurale segna non solo un traguardo personale, ma anche l’inizio di un emozionante viaggio per tutta la nostra comunità. La mia visione si basa su un profondo rispetto per il nostro illustre passato unito a un approccio dinamico per rendere la nostra comunità ancora più forte e connessa. Per raggiungere questo obiettivo, ho curato una stagione che fonde la familiarità e il calore dei classici più amati con l’entusiasmante scoperta di opere meno conosciute dei grandi compositori che ammiriamo» spiega Tjeknavorian illustrando la stagione che vedrà sul palco dell’Auditorium giovani talenti come Diego Ceretta, Francesca Dego, Kiron Atom Tellian, Daniel Lozakovich, Jeremias Fliedl e storici interpreti come Thomas Hampson, Sergei Babayan, Xian Zhang, Andrew Litton, John Axelrod e Alfred Eschwé. Musica di ieri, ma anche di oggi grazie alla presenza in stagione di Nicola Campogrande, compositore in residenza della stagione.
Dodici i concerti che vedranno sul podio Tjeknavorian, a partire da quello inaugurale che, come tradizione, sarà al Teatro alla Scala: il 15 settembre Sostakovic, Beethoven e Cajkovskij sul leggio del direttore che per fine anno rinnova la tradizione della Nona di Beethoven mentre in Quaresima propone lo Stabat Mater di Rossini. Pagine note, ma anche pagine meno eseguite per «un equilibrio che mira ad arricchire la vostra esperienza musicale e ad ampliare i nostri orizzonti collettivi. La musica, nel suo nucleo, riguarda la connessione – connessione alla storia, agli altri e alle emozioni che ci rendono umani. In linea con questa convinzione, vedo gli artisti e i musicisti ospiti che si uniscono a noi non solo come professionisti ma come membri della nostra famiglia allargata. Condivido un legame spirituale con questi talenti straordinari e sono certo che le loro passioni e connessioni risuoneranno attraverso le loro esecuzioni, direttamente nel vostro cuore. Milano, una città vibrante di cultura e fervore artistico, fornisce lo sfondo perfetto per esplorare questi ricchi paesaggi musicali. Dalle evocative melodie barocche alle innovative espressioni delle opere contemporanee, la nostra programmazione è tanto diversificata quanto la città stessa» racconta Tjeknavorian che ha voluto celebrare, nella sua prima stagione, gli anniversari musicali (e non solo) di quest’anno: il centenario della prima trasmissione radiofonica italiana e i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi (sarà celebrata trasversalmente, nella stagione sinfonica, in quella da camera nel Crescendo in musica), il centocnquantesimo anniversario dalla nascita di Maurice Ravel e il cinquantesimo dalla morte di Dmitrij Sostakovic, il bicentenario dalla nascita di Anton Bruckner e i centocinquant’anni dalla scomparsa di Georges Bizet.
«Ogni concerto è pensato per essere un’esperienza unica. E questa stagione è più di una semplice serie di concerti, è una celebrazione del potere della musica di unirci, ispirarci e rafforzare i legami all’interno della nostra comunità». La stagione da camera parte al Museo nazionale della scienza e della tecnologia per poi spostarsi al Teatro Gerolamo. Sei gli appuntamenti del Crescendo in musica, tre quelli della rassegna Pops con la proposta, tra l’altro, della proiezione del film Mary Poppins mentre l’orchestra proporrà dal vivo la colonna sonora.
«È una nuova pagina quella che stiamo scrivendo e lo faremo insieme nel condividere questo straordinario programma di stagione che il nostro nuovo direttore musicale ha voluto disegnare per tutti noi. Ogni composizione è stata pensata e voluta, ed ogni singolo artista coinvolto ed ascoltato per trovare il perfetto equilibrio tra la proposta, l’armonia del singolo concerto, l’impatto sul pubblico. Ci siamo ispirati fortemente al nostro territorio, alla città di Milano e a tutta la Regione Lombardia, che sa sempre stimolarci nelle proposte, e al pubblico internazionale. Vogliamo essere un punto di riferimento e di attrattività» dice Ambra Redaelli, presidente della fondazione Orchestra sinfonica e Coro sinfonico di Milano, per la quale «in momenti così bui come quelli che stiamo vivendo, vogliamo essere attrattori di serenità: sappiamo di poterlo fare con i nostri professori d’orchestra, coristi, direttori e solisti, ma anche con tutte le nostre compagini di giovani ed amatori instancabili che hanno abbracciato i nostri valori d’arte e di comunità. Sposiamo il desiderio espresso dal Maestro Chailly di rafforzare le sinergie tra le istituzioni culturali del territorio: crediamo che proprio Emmanuel Tjeknavorian, per la sua apertura e versatilità, sia il perfetto ambasciatore di questo auspicio».
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Nella foto @Angelica Concari Emmanuel Tjeknavorian e l’Orchestra sinfonica di Milano