Il direttore da Vienna dal podio del concerto dei Wiener: «Impariamo dall’orchestra a essere una comunità solidale Il Covid è una tragedia che ci allontana gli uni dagli altri» Luisi a Venezia, ma la Rai troncaa il bis con la pubblicità
Chiede al pubblico di Vienna, in un impeccabile tedesco, di dire due parole in inglese, «per raggiungere tutti quelli che ci ascoltano in ogni parte del mondo». Daniel Barenboim ha da poco posato la bacchetta dopo le prime note del Bel Danubio blu, interrotto, come da tradizione, dagli applausi. E dopo il «Prosit» beneaugurale detto in coro insieme ai Wiener philharmoniker il direttore argentino spiega che «il Concerto di Capodanno, oggi che il mondo vive un momento difficile, ci può dare un insegnamento».
Indica l’orchestra, i Wiener che suonano senza distanziamento e senza mascherina (sottoposti a controlli giornalieri dall’inizio della pandemia per non perdere nessun concerto, dal vivo o in streaming) mentre in sala i mille che hanno conquistato un posto (capienza ridotta dopo l’impennata dei contagi) la indossano tutti. E spiega che «i musicisti sono una grande comunità, un gruppo di uomini che suonano insieme, con lo stesso pensiero. E così dobbiamo essere anche noi. Il Covid – dice serio in volto Barenboim appoggiandosi alla ringhiera del podio – è una catastrofe sanitaria e insieme una tragedia umana perché ci allontana gli uni dagli altri: prendiamo esempio dall’orchestra, da questa comunità di musicisti, stringiamoci insieme per essere solidali, uniti, con un pensiero per tutta l’umanità».
Riparte il Bel Danubio blu, lento, sognante. Poi tocca alla Marcia di Radetzky, che Barenboim, alla sua terza volta sul podio del Concerto di Capodanno di Vienna, stacca solenne e vuole un po’ meno scanzonata del solito. Perché, anche se quest’anno al Musikverein risuona l’applauso ritmato del pubblico che l’anno scorso nella sala vuota non si era ascoltato, oggi il mondo deve ancora fare i conti con la pandemia. Così il valzer Sphärenklänge, la Musica delle sfere di Josef Strauss, ultimo brano del programma ufficiale prima dei tradizionali bis, è un invito alla speranza, a guardare in alto. Una delle pagine preferite di Barenboim – in questo 2022 appena iniziato (a novembre) il musicista compirà ottant’anni – che ha impaginato un programma (sei le partiture eseguite per la prima volta al Neujahrskonzert) in bilico tra fiaba e realtà.
C’è l’Araba fenice (la Phönix marsch di Josef Strauss e il Phönix walzer di Johann Strauss), ci sono la Die sirene e le Nymphen delle polke di Josef Strauss e gli gnomi, gli Heinzelmännchen di Josef Hellmesberger. Ma ci sono anche il valzer Morgenblätter, Cronaca del mattino, la polka Kleine chronik, Cronaca locale, e la Persischer marsch, omaggio al Medioriente di Barenboim che ha il doppio passaporto israeliano e palestinese. I “nottambuli” Nachtschwärmer di Carl Michael Ziehrer sono l’unica concessione al sorriso con i Wiener che cantano e fischiettano.
Pagine ascoltate in tutto il mondo. Come sempre ogni 1 gennaio, in diretta dal Musikverein di Vienna – nel 2023 sul podio ci sarà Franz Welser-Möst, al suo terzo Neujahrskonzert. In Italia in differita su Rai2. Perché in diretta su Rai1, anche quest’anno come capita dal 2005, dopo l’Angelus di Papa Francesco, è andato il Concerto di Capodanno dal Teatro la Fence di Venezia. Prima parte con il Nuovo mondo di Dvorak a telecamere spente, seconda parte in diretta con pagine del melodramma italiano (ma anche un’incursione nella musica francese e per la prima volta una pagina di Richard Wagner, il preludio al terzo atto di Lohengrin) con Fabio Luisi sul podio di orchestra e coro (tutti con le mascherine) del teatro lagunare e le voci del soprano Pretty Yende e del tenore Brian Jagde.
Un mix delle pagine più popolari dell’opera, ci sono il Vesti la giubba dei Pagliacci di Leoncavallo e il Nessun dorma della Turandot di Puccini affidati allo squillo di Jagde, la Voce poco fa del rossiniano Barbiere di Siviglia che Pretty Yende infarcisce di acuti dopo aver cantato il Je veux vivre dal Romeo et Juliette di Gounod, musica francese come quella della Barcarolle dai Contes d’Hoffmann di Offenbach contrappuntata dalle coreografie di segno contemporaneo di Diego Tortelli per i danzatori di Aterballetto che si muovono tra le opere della Biennale architettura all’Arsenale. Si balla anche sul preludio della Traviata e, a palazzo Grassi, sul Libiamo (sempre dall’opera verdiana) brano che ogni anno, insieme al Va’ pensiero del Nabucco, chiude il concerto.
Bissato, il Libiamo, da Luisi e dagli interpreti, ma bruscamente interrotto dalla Rai per mandare il blocco pubblicitario prima del Tg1 delle 13.30. Scelta che ha lasciato un po’ di amaro in bocca ai 3 milioni 652mila spettatori che hanno seguito la diretta del Concerto di Capodanno della Fenice su Rai1, facendo registrare per l’evento il 23.5% di share. incidente di opercorso che si spera non verrà bissato il prossimo anno quando, come già annunciato dalla Fenice, sul podio del Concerto di Capodanno 2023 ci sarà Daniel Harding con le voci del soprano Federica Lombardi e del tenore Freddie De Tommaso.
Nelle foto @Apa/Dieter Nagl Daniel Baremboin sul podio del Concerto di Capodanno di Vienna
Articolo pubblicato su Avvenire del 2 gennaio 2022