Un problema tecnico ai ponti mobili del palcoscenico ha interrotto il 13 dicembre per qualche minuto durante il primo atto la seconda replica del Macbeth di Giuseppe Verdi al Teatro alla Scala. «Maestro abbiamo un problema». La voce baritonale di Luca Salsi, sospeso a mezz’aria insieme alla scenografia, blocca la musica prima di cantare la sua battuta «O donna mia». Sul finale della cabaletta di Lady Macbeth (interpretata da Anna Netrebko) «Or tutti sorgere ministri infernali» la scenografia con la grande fontana disegnata da Giò Forma per lo spettacolo di Davide Livermore sarebbe dovuta sprofondare nei sotterranei del palco e dall’alto scendere il salone della casa di Macbeth. Ma un guasto ha bloccato il meccanismo. Luci in sala. Riccardo Chailly fermo sul podio. Poi una voce ha annunciato che lo spettacolo sarebbe ripreso «ma senza l’uso dei ponti mobili». Qualche mugugno in sala. Alcuni a ricordare la fama jettatoria di Macbeth (in realtà legata più al testo di William Shakespeare che all’opera di Verdi). Dal loggione commenti ironici del tipo «Grazie Davide» – chiaro riferimento al regista Davide Livermore, autore di uno spettacolo complesso e pieno di movimenti di scene, che alla Prima è stato duramente contestato proprio dagli spettatori delle gallerie.
Lo spettacolo dopo alcuni minuti in cui dietro il sipario si è lavorato freneticamente è ripreso quasi regolarmente: una sola differenza nella regia nel primo atto (non è risalita la grande fontana con l’acqua che avrebbe dovuto diventare rosso sangue durante l’omicidio del re Duncano), alcuni cambi durante le danze del terzo atto (dove contrariamente alla Prima, i ballerini/mimi e le comparse indossavano le mascherine ffp2, forse anche per prudenza dopo i contagi nel Corpo di ballo). Sangue freddo per i cantanti che hanno rimodulato in corsa la regia nelle scene modificate, guidati dal team di palcoscenico scaligero. Nessun problema, invece, per l’ascensore che ha funzionato regolarmente, simbolo della scalata al potere voluto sulla scena da Livermore che lo sfrutta in diverse situazioni, luogo dove Macbeth e la Lady fanno sesso alla fine del terzo atto, dopo aver cantato «Ora di morte e di vendetta», ascensore per l’inferno nel quale Macduff getta Macbeth dopo averlo ucciso.
Sangue freddo sul podio per Riccardo Chailly che si è confermato interprete sensibilissimo e capace di scavare nel profondo della partitura per metterne in luce tutte le inquietudini (già novecentesche). Alla fine applausi per tutti. Ovazioni per Luca Salsi, Anna Netrebko, Francesco Meli (Macduff) e Ildar Abdrazakov (Banco), per Chailly e per il coro di Alberto Malazzi. Tra platea e palchi (non in loggione) apprezzamenti anche per la regia che «in tv rendeva, ma è meglio dal vivo».
Nella foto @Brescia/Amisano Teatro alla Scala Macbeth