Venezia, 1641, Teatro San Cassiano. Da Monteverdi a Francesco Cavalli, da Orfeo a Didone, dal mito all’epica. E un cerchio che si chiude. Quasi con un passaggio di testimone: Monteverdi muore due anni dopo, nel 1643 e Cavalli diventa l’indiscussa rockstar dell’opera lirica del tempo. Un “titolo” che conserva per oltre cinquant’anni. Non rinunciando alle sue origini legate alla musica sacra: organista prima e poi maestro di cappella in San Marco, dal 1639 al 1646 scrive un’opera l’anno per il San Cassiano. Nel 1641 tocca a La Didone nella quale Segue fedelmente le regole della neonata opera. Così come gli aveva insegnato il suo maestro, Claudio Monteverdi, l’inventore del melodramma. Cavalli guarda a Virgilio, racconta un episodio dell’Eneide: la partenza di Enea da Troia, l’approdo a Cartagine e l’amore contrastato per la regina. Ecco La Didone raccontata in tre minuti
Rubrica andata in onda su Radio InBlu