Dresda, alla Staatskapelle inizia l’era Gatti

Il musicista milanese inaugura con Mahler il suo mandato come direttore principale dell’orchestra tedesca nata nel 1548

A Dresda inizia l’era di Daniele Gatti. Il 31 agosto il direttore d’orchestra milanese inaugura ufficialmente, in musica, il suo mandato alla guida della Sächsische Staatskapelle Dresden. Un contratto di sei anni (che porta la data dello scorso 1 agosto) che lega Gatti alla formazione musicale tedesca sino a luglio 2030. «Ho sempre detto: un giorno, prima di smettere, mi piacerebbe guidare un’orchestra tedesca. Dopo Santa Cecilia, la Royal philharmonic di Londra, l’Orchestre national de France e il Concertgebow di Amsterdam è arrivata la Staatskapelle, un’orchestra che è stata nelle mani di Wagner e Weber e che sento essere oggi il guanto che si adatta meglio alla mia mano» ci aveva raccontato Gatti l’indomani della sua nomina a direttore principale, arrivata nel giugno del 2022. Attraverso un’elezione. Perché sono i musicisti dell’orchestra fondata nel 1548 dal principe elettore Moritz von Sachsen (e diretta nel tempo, tra gli altri, da Carl Maria von Weber, Richard Wagner, Richard Strauss, Karl Böhm e Rudolf Kempe) che scelgono la loro guida. È stato così anche per Gatti. «La Staatskapelle nomina il suo direttore che affronta il repertorio sinfonico, ma che è anche benvenuto nel fare l’opera. E a me piacerebbe fare in Germania il melodramma italiano per togliere certi cliché che incrostano i nostri capolavori quando vengono diretti all’estero» il programma del direttore che inaugura il suo mandato con un concerto sinfonico – il primo della lunga e ricca stagione della Staatskapelle – che da anche il la all’integrale delle Sinfonie di Gustav Mahler. Perché a Gatti piace lavorare per progetti, insoliti, originali, ma anche che rappresentano una sfida (e l’integrale mahleriana lo è sicuramente, tanto più che è la prima volta di un Ciclo Mahler nella storia secolare della Staatskapelle) per lui e per i suoi musicisti.

Musicisti che Gatti ha conosciuto per la prima volta nel 2000, quando arrivò a Dresda su invito dell’allora direttore della Staatskapelle, Giuseppe Sinopoli. «Uno dei miei sogni d’infanzia si è avverato quando sono arrivato a Dresda per debuttare con l’orchestra. Ricordo quei primi concerti: il suono dorato, il mix di archi vellutati, ottoni radiosi e legni scuri – un suono inconfondibilmente naturale e umanissimo. Fu un’intesa musicale come raramente mi era capitato di sperimentare, e il segnale di partenza di un rapporto artistico che ha continuato a intensificarsi nel corso degli anni, sia a Dresda sia in occasione di tournée in tutto il mondo» Allora sul leggio c’erano Mendelssohn, Hindemith e Brahms. Oggi Mahler. Il Ciclo parte dall’inizio, dalla Sinfonia n.1 in re maggiore Titano alla quale Gatti – in uno dei suoi programmi pensati e meditati, per proporre una riflessione in musica al pubblico – affianca Verklärte Nacht, Notte trasfigurata di Arnold Schönberg, nella revisione per orchestra d’archi. Dopo l’inaugurazione del 31 agosto due repliche a Dresda, l’ e il 2 settembre, nella cornice della Semperoper, il teatro della città dell’ex Germania dell’Est. E poi subito una prima tournée europea che partirà il 7 settembre dal Wolkenturm di Grafenegg in Austria (dove l’8 Gatti dirigerà un secondo programma con un doppio Beethoven, l’ouverture Le creature di Prometeo e il Concerto n. 4 in sol maggiore per pianoforte e orchestra  con Rudolf Buchbinder e con la Sinfonia n. 4 in re minore di Robert Schumann), arriverà in Italia il 10 settembre a Torre del Lago, il 12 settembre al Kursaal di Merano (qui si ascolterà il programma Beethoven/Schumann) e il 13 settembre all’Accademia Filarmonica di Verona, per chiudersi il 14 settembre all’Alte Oper di Francoforte. 

«Da quando ho iniziato la mia strada come direttore ho sempre avuto un’orchestra da dirigere non solo dal podio, ma anche dal punto di vista organizzativo. Dalla Stradivari, la mia prima orchestra, alla Staatskapelle è un percorso che continua. Ogni esperienza è servita alla mia crescita di uomo e di artista, è arrivata al momento giusto, consentendomi di non bruciare le tappe» dice Gatti che oggi è direttore principale del Maggio musicale fiorentino, direttore musicale dell’Orchestra Mozart e consulente artistico della Mahler Chamber Orchestra. E dovrebbe essere lui il prossimo direttore musicale del Teatro alla Scala, dall’autunno del 2026, quando scadrà il mandato di Riccardo Chailly – e si parla già del wagneriano Parsifal come titolo inaugurale, il 7 dicembre 2026, dell’era di Gatti a Milano, la città dove il musicista è nato nel 1961.

Intanto c’è Dresda dove Gatti in questa stagione affronterà le sinfonie mahleriane legate al ciclo del Wunderhorn. Così dopo il Titano si ascolteranno a marzo i lieder da Des Knaben Wunderhorn insieme alla Sinfonia n.4 in sol maggiore La vita celeste, in aprile la Sinfonia n.2 in do minore Resurrezione – pagina che risuonerà per la Pasqua, altra attenzione del musicista Gatti al “tempo” del mondo –  e in giugno la Sinfonia n.3 in re minore. In mezzo, a febbraio, la verdiana Messa da Requiem. «Oggi mi sento felice e profondamente onorato di iniziare questo nuovo incarico in una delle grandi città europee della musica e di essere alla guida di una delle più antiche e importanti orchestre del mondo. E ancor più in una sede come la Semperoper, dove tanti musicisti di fama mondiale hanno lavorato, da Richard Wagner in poi» dice Gatti che rivolge anche un pensiero al suo predecessore, «il grande direttore e amico Christian Thielemann che conosco e ammiro da molti anni per il grande lavoro svolto, auspicando che continui a essere vicino a questa orchestra».

Calorosa l’accoglienza dei musicisti sassoni. «Con l’arrivo di Daniele Gatti noi della Sächsische Staatskapelle di Dresda non solo possiamo continuare la proficua collaborazione avvenuta negli ultimi anni a partire dal 2000, ma soprattutto assicurarci  come guida uno dei più apprezzati direttori d’orchestra del nostro tempo. La sua sensibilità per il suono speciale della Staatskapelle, le sue visioni musicali avvincenti e, ultima, ma non meno importante, la sua reputazione internazionale lo hanno reso il candidato preferito dell’orchestra. Con lui possiamo affrontare il futuro con gli stessi elevati standard artistici di sempre» le parole degli orchestrali alle quali fanno eco quelle della nuova sovrintendente della Semperoper, il teatro dove suona la Staatskapelle, impegnata ogni anno in 260 spettacoli di opera e balletto e in una cinquantina di concerti di musica sinfonica e da camera. «I musicisti della Sächsische Staatskapelle hanno scelto un artista con un’enorme esperienza musicale e una grande passione e competenza su un repertorio vastissimo, sinfonico e operistico» le parole di Nora Schmid.

Gatti da oggi, dunque, guida una delle orchestre più antiche del mondo che lo scorso anno ha festeggiato i suoi 475 anni. Anni in cui è stata guidata da grandi personalità, Heinrich Schütz, Johann Adolf Hasse, Carl Maria von Weber e Richard Wagner. L’orchestra di Richard Strauss che ha collaborato con la Staatskapelle per più di sessant’anni: nove delle sue opere, tra cui SalomeElektra e Rosenkavalier hanno debuttato proprio a Dresda mentre all’orchestra il compositore ha dedicato la sua Alpensinfonie. Nell’ultimo secolo e mezzo la bacchetta è passata da Ernst von Schuch, Fritz Reiner a Fritz Busch, da Karl Böhm a Joseph Keilberth, da Rudolf Kempe a Otmar Suitner, da Kurt Sanderling a Herbert Blomstedt e Giuseppe Sinopoli. Dal 2002 al 2004 direttore principale è stato Bernard Haitink, dal 2007 al 2011 Fabio Luisi mentre dal 2012 è toccato a Christian Thielemann, che ora ha passato il testimone a Gatti.

Che dopo quella di Dresda inaugurerà anche la stagione sinfonica dei Wiener philharmoniker. Il direttore sarà sul podio del Musikverein di Vienna dal 27 al 29 settembre (e poi in tournée tra Madrid, Saragozza, Barcellona, Parigi e Saarbrücken) con un programma dedicato al Novecento russo: sul leggio Apollon Musagète, pagina del 1928 di Igor Stravinskij, e la Decima sinfonia in mi minore, scritta nel 1953 ad Dmitrij Šostakovič.

Nelle foto @Markenfotografie Daniele Gatti alla Semperoper di Dresda