La chiamano La Scala del Sudamerica. E non per nulla ci hanno cantato i più grandi artisti di sempre, da Maria Callas in giù. Stasera sul podio del Teatro Colón di Buenos Aires arriva un italiano, Marco Alibrando per un concerto che mette al centro proprio il nostro paese. Divina Italia, la rassegna organizzata in collaborazione tra il Teatro Colón, l’ambasciata d’Italia a Buenos Aires e l’Istituto italiano di cultura della capitale argentina, da sempre in prima linea per portare nel tempio della musica sudamericana artisti di casa nostra. «Debuttare in uno dei teatri più importanti e belli del mondo con artisti di grande calibro è un onore, un’emozione ed una gioia indescrivibile. Pensare che su quel podio sono saliti geniali compositori come Pietro Mascagni, Richard Strauss e Igor Stravinskij o maestri italiani come Arturo Toscanini, Claudio Abbado e Riccardo Muti fa tremare i polsi ma, allo stesso tempo, mi dona una grande carica e mi spinge a fare del mio meglio per servire le grandi partiture che sono chiamato a dirigere» dice Alibrando che guida l’Orquesta filarmónica de Buenos Aires.
Un programma, quello che ha sul leggio Alibrando, siciliano, classe 1987, che parte da Giacomo Puccini, il Puccini non operistico, però, e approda a Ottorino Respighi passando per Petr Il’ic Cajkovskij. Omaggio al compositore toscano, del quale il prossimo novembre si ricordano i cento anni dalla morte, con due pagine giovanili, Crisantemi e il Preludio sinfonico. Spazio poi a Cajkovskij e a due pagine per violoncello e orchestra, il Notturno in re minore e le Variazioni su un tema rococò, affidate a Narek Hakhnazaryan. Spazio poi al primo dei tre poemi sinfonici Trilogia romana di Ottorino Respighi, le Fontane di Roma.
«Sul leggio avrò tre partiture di due grandi compositori italiani aperti alle novità d’oltralpe, il giovane Puccini con lo sguardo rivolto al Wagner del Tristano, di Lohengrin e Tannhäuser e Respighi con il gusto per la strumentazione carpito dal suo maestro russo Rimsky Korsakov. Nella parte centrale del programma, insieme al violoncellista Narek Hakhnazaryan, presentiamo due lavori di Cajkovskij, uno dei compositori più sensibili e tormentati della storia della musica degli ultimi tre secoli» dice ancora Alibrando, che ha studiato direzione d’orchestra con Antonino Fogliani, Gianluigi Gelmetti all’Accademia Chigiana di Siena, Romolo Gessi, Lutz Köhler all’Udk Berlin, Gianandrea Noseda, Vittorio Parisi e Donato Renzetti. Un lungo percorso partito con il diploma col massimo dei voti e la lode in direzione d’orchestra e composizione al Conservatorio di Milano. Non solo. Il diploma in pianoforte al Conservatorio di Messina con Antonella Salpietro dove ha studiato composizione con Carmelo Chillemi. Il debutto a 24 anni a Firenze. In Italia e Germania i podi frequentati, tra i quali del Rossini in Wildbad, del Rossini opera festival di Pesaro e il Festival di Spoleto. Nel suo percorso anche la collaborazione con Iván Fischer e la Budapest festival orchestra, Giuliano Carella, Antonino Fogliani, Domingo Hindoyan, Giuseppe Lanzetta e Robin Ticciati. Tra i prossimi impegni Le nozze di Figaro per lo Stresa Festival, Aida a Novara e Lucia di Lammermoor a Düsseldorf.