L’attuale guida della Fenice arriverà a Milano a settembre 2025 ma già dal prossimo settembre sarà sovrintendente designato Chailly resta sino a metà 2026, poi arriverà Daniele Gatti
Ora è ufficiale. Fortunato Ortombina sarà il prossimo sovrintendente del Teatro alla Scala. Il mandato ufficiale inizierà a settembre 2025, ma già dal 1 settembre di quest’anno Ortombina sarà a Milano con il titolo di sovrintendente designato. Lo ha deciso il 16 aprile il consiglio di amministrazione scaligero che ha anche proposito la proroga di un anno, fino a metà del 2026, del mandato dell’attuale direttore musicale Riccardo Chailly. Che lascerà poi il podio a Daniele Gatti.
«L’ufficio di Ortombina è pronto» ha detto, facendo gli auguri al suo successore, Dominique Meyer, attuale sovrintendente scaligero il cui mandato scade a febbraio 2025. Per lui proposta una proroga sino al 1 agosto 2025 a pochi giorni da quando il manager alsaziano compirà 70 anni e, per effetto della norma voluta dal governo Meloni, non potrà più guidare una fondazione lirico-sinfonica. Meyer, che ha già fatto preparare un badge per Ortombina, non ha detto subito sì, si è preso del tempo per riflettere sulla proposta arrivata dal cda. Ha invece assicurato, in un colloquio avuto lunedì con il sindaco di Milano, presidente della fondazione, Beppe Sala, che resterà sicuramente sino alla fine del suoi mandato, il 28 febbraio 2025.
Dopo tre sovrintendenti stranieri, il francese Stephane Lissner, l’austriaco Alexander Pereira e, appunto, Meyer, al vertice del Piermarini torna un italiano – l’ultimo, dopo la lunga gestione di Carlo Fontana, era stato Mauro Meli, sovrintendente per pochi mesi nel 2005, nel periodo che portò alle dimissioni di Riccardo Muti. Ortombina, mantovano, classe 1960, ha già lavorato alla Scala, nella direzione artistica, proprio nei primi anni Duemila. Ora torna con l’esperienza al vertice del Teatrop La Fenice di Venezia, che dal 2017 guida come sovrintendente.
«Abbiamo fatto tutto per il bene della Scala, per la dignità e la correttezza» ha detto il sindaco Sala annunciano le decisioni del cda. «Una soluzione eccellente, frutto di una collaborazione istituzionale e della consapevolezza che il Teatro alla Scala è un simbolo prestigioso della nazione che proietta un’Italia positiva nel mondo» ha commentato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per il quale «con l’arrivo di Ortombina inizia una fase nuova che egli stesso sarà chiamato a delineare e costruire».
Il nome di Ortombina era stato già al centro di un accordo tra il sindaco Sala e il ministro Sangiuliano, dopo mesi di lavoro nel cda per la ricerca di un successore di Meyer. Ma il cda dello scorso 8 aprile aveva messo sul tavolo la proroga di un anno a Meyer – gli orchestrali in una lettera avevano chiesto un rinnovo per due anni del mandato dell’attuale sovrintendente. Una marcia indietro non gradita dal ministero che ora approva la proroga di sei mesi al contratto di Meyer – sempre che l’attuale sovrintendente accetti il prolungamento che verrà ratificato dal prossimo cda scaligero, dato che quello attualmente in carica scadrà a febbraio. «Tutti i protagonisti di questa vicenda hanno come primo obiettivo il bene del teatro» ha assicurato Sala, spiegando che la decisione sul nome di Ortombina «è arrivata all’unanimità». Così come unanime è stata la proposta di prolungare il contratto di Meyer «per una serie di motivi: il riconoscimento del lavoro svolto e un motivo pragmatico, cioè per permettergli di chiudere il bilancio 2024 e portare avanti parte della programmazione del 2025».
Quello al Teatro alla Scala è un ritorno a casa per Fortunato Ortombina. Mantovano, classe 1960, il prossimo sovrintendente del Piermarini dal 2003 al 2007 è stato coordinatore della direzione artistica scaligera, negli anni delle burrascose vicende che nel 2005 portarono alle dimissioni di Riccardo Muti e all’arrivo del francese Stephane Lissner ai vertici del teatro. Nato a Mantova, ma formazione musicale e umanistica a Parma, in Conservatorio e all’Università degli studi. Città, Parma, dove dal 1980 al 1997 ha lavorato al Teatro Regio come professore d’orchestra, corista, aiuto maestro del coro e maestro collaboratore, partecipando a varie edizioni del Festival Verdi. Dal 1990 al 1998 ha lavorato presso l’Istituto nazionale di studi verdiani, sempre nella città emiliana. È stato assistente musicale della direzione artistica del Teatro Regio di Torino e segretario artistico del Teatro San Carlo di Napoli. Nel 2001 è approdato per un anno alla Fenice di Venezia dove, dopo gli anni scaligeri, è tornato dal 2007 prima come Direttore artistico e assumendo poi, dal 2017, anche il ruolo di sovrintendente. Un doppio incarico che non dovrebbe, però, avere a Milano. Un direttore artistico alla Scala manca dal 2005 perché Lissner, Pereira e Meyer hanno assunto il doppio incarico di sovrintendente e direttore artistico. La tendenza, ora, è quella di dividere le due figure, ripristinando, magari, anche la figura del direttore generale, vacante dalla pensione di Maria Di Freda. «Fino a che c’è Meyer la struttura organizzativa non cambia di una virgola» ha, però, spiegato il sindaco Sala.
Unanime anche la decisione di prorogare di un anno il mandato di direttore musicale a Chailly che resterà fino a metà 2026. Il musicista milanese, al vertice scaligero dal 2015, dirigerà le prossime due Prime, quest’anno La forza del destino di Verdi mentre nel 2025 Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Sostakovic. Il 7 dicembre 2026 sarà invece affidato a Gatti, la cui nomina, come da statuto, sarà proposta formalmente da Ortombina.
Nella foto Fortunato Ortombina