Oggi doveva essere il giorno della nomina del nuovo sovrintendente del Teatro alla Scala. Invece, dopo l’annuncio fatto un mese fa dal sindaco di Milano Beppe Sala dell’accordo trovato sul nome di Fortunato Ortombina, parziale cambio di rotta in consiglio di amministrazione. Sul tavolo è arrivata la proposta di un consigliere – così ha detto lo stesso Sala, presidente del cda, al termine della riunione, spiegando poi di aver poi fatto propria l’idea – di prorogare di un anno il mandato di Dominique Meyer e anche quello come direttore musicale di Riccardo Chailly, entrambi in scadenza a febbraio 2025. Una proposta che ha spiazzato gli altri consiglieri, pronti a votare già ieri il nome di Ortombina approvato anche dal ministro Gennaro Sangiuliano in un incontro romano con Sala. Nessun voto formale sulla proroga al 2026, ma condivisione, con un giro di pareri, all’unanimità da parte dei consiglieri. Unanimità di cui Sala si fa forte, ma che ha irritato e non poco il titolare della Cultura.
«Il ministro Sangiuliano è rispettosissimo delle prerogative del consiglio di amministrazione del Teatro alla Scala e soprattutto della storia di questa grande realtà culturale della nazione. Ma si era convenuta una decisione diversa» hanno fatto sapere fonti del ministero dopo che il sottosegretario Gianmarco Mazzi, ricordando come nel biennio 2023/2024 il ministero ha finanziato il Piermarini con circa 83 milioni di euro, aveva spiegato che «ogni mandato ha un termine, proprio per favorire il ricambio e il rinnovamento e prescinde dalla valutazione sul lavoro svolto» annunciando che il ministero «valuterà approfondimenti tecnici da effettuare nell’esercizio dei poteri di vigilanza».
La nomina del sovrintendente, in forza dello statuto della Scala, spetta al cda e non prevede la ratifica del ministero. Ma quello di Sala si configura come uno strappo istituzionale con Roma tanto più dopo che era stato trovato un accordo sul nome di Ortombina, pronto a traslocare a Milano dal 2025 dal Teatro La Fenice di Venezia. «Ho capito che dal punto di vista del ministero della Cultura ci sono delle perplessità, ci lavoreremo nei prossimi giorni. Ma dal mio punto di vista c’è questo importante risultato di tenere il cda tutto unito» ha commentato Sala mentre il ministero ha voluto sottolineare come ci sia sempre stato «un ottimo rapporto di collaborazione istituzionale con il sindaco, rapporto che si intende salvaguardare, in particolare in nome dei tanti progetti comuni in atto a Milano».
L’idea di prolungare di un anno il mandato a Meyer piace all’orchestra della Scala che nei giorni scorsi aveva scritto al sindaco per chiedere un prolungamento di due anni del contratto dell’attuale sovrintendente. Una scelta di compromesso, quella di un anno. Anche perché ad agosto 2025 Meyer compirà 70 anni, limite posto dal governo per i vertici delle istituzioni pubbliche. Qualche mese di sforamento sarebbe fattibile, più di un anno sarebbe stato forse troppo. «Non c’è stata una delibera perché il lavoro che sto facendo in questi giorni è quello di risentire tutti i protagonisti» ha detto Sala che ha spiegato di aver già interpellato Meyer. «Lui sperava di chiudere il suo lavoro con il mio mandato e si era già ipotizzata questa cosa, ma a lui comunque starebbe bene anche un anno» ha detto Sala per il quale, comunque, «c’è ancora da lavorare». Il nodo potrebbe sciogliersi nel prossimo cda in programma il 13 maggio. Il nome di Ortombina resta in campo insieme a quello di Daniele Gatti come futuro direttore musicale.
Nella foto @Brescia/Amisano Teatro alla Scala Riccardo Chailly, Beppe Sala e Dominique Meyer