«Situazione molto dura, ma l’emorragia si sta fermando» Dopo il deficit e le dimissioni del sovrintendente Pereira cartellone 2023 ridisegnato dal commissario straordinario
«L’emorragia si sta fermando». A due settimane dal suo arrivo a Firenze, chiamato d’urgenza dopo le dimissioni del sovrintendente Alexander Pereira, il commissario straordinario Onofrio Cutaia emette il suo primo “bollettino medico” per il Maggio musicale fiorentino. «La situazione che ho trovato è molto dura e molto complessa. Il 2022 si chiuderà con un forte disavanzo e il 2023 si avvia ad avere uno squilibrio difficile. Se non fosse che da quindici giorni stiamo cercando di tamponare le ferite che provocano l’emorragia». La terapia d’urto è una necessaria rimodulazione del cartellone dell’ottantacinquesimo Maggio musicale: si parte il 22 aprile, ma cambiano titoli e cast artistici annunciati negli ultimi giorni del suo mandato da Pereira: cancellata la nuova produzione dei Maestri cantori di Richard Wagner con la regia di Damiano Michieletto e la bacchetta di Daniele Gatti che sarà sul podio per il verdiano Falstaff (sul palco la ripresa dell’allestimento di Seven-Eric Bechtolf), il Don Giovanni di Mozart diretto da Zubin Mehta sarà proposto nell’allestimento di Spoleto di Giorgio Ferrara e non più in una nuova versione che avrebbe dovuto firmare David Pountney. Resta Otello con Mehta e la ripresa dello spettacolo (visto in tv in tempo di pandemia) , rimodulati i concerti con un’interessante integrale delle Sinfonie di Cajkovskij dirette da Gatti.
Un’emorragia finanziaria, andata fuori controllo, quella che (ancora una volta, vista la storia della fondazione lirica toscana, più volte commissariata proprio per problemi di bilancio) ha colpito il Maggio musicale fiorentino. «Il Fondo salvadebiti, erogato dallo Stato è stato speso molto: sono stati spesi tra gli 8 e i 10 milioni di euro e questo è uno dei punti dolenti, è un danno fatto, e troveremo un modo per rimediare» ha spiegato Cutaia anticipando che «il bilancio 2022 ha una sofferenza di più di 3 milioni di euro. Per il futuro economico è fondamentale il contributo del Fondo unico per lo spettacolo. Lo stiamo aspettando, per noi sarà molto importante. E verificheremo se nelle norme che ci sono già e che dovremo utilizzare con molta cognizione di causa ci possano essere sostegni più particolari per casi speciali come il nostro». Il commissario straordinario si augura di evitare la cassa integrazione per i lavoratori del Maggio «che sono il bene più prezioso del teatro e hanno già sofferto». Ma una risposa definitiva si avrà solo a fine aprile.
«Si può anche fare qualche sogno con meno risorse finanziarie. Per noi oggi è un obbligo perché la situazione è una situazione molto dura e occorre una cura molto forte perché si possa arrivare a guarire il malato » ha detto Cutaia spiegando che «mentre si parla di una situazione che certamente parte da dati negativi ci sono buone possibilità che si possa ripartire anche molto bene rivedendo alcune cose, circostanze, argomenti trattati prima con un’attenzione diversa». L’attenzione su cui il commissario vuole puntare è quella alla città. «È fondamentale lavorare con la città. Va ricalibrato, però, il modo. Va accolta la città, vanno accolte le persone che vengono in teatro. E nello stesso tempo questo teatro deve andare fuori da se stesso e deve andare verso la città». La Pergola, l’Orchestra regionale toscana, tutte le istituzioni musicali della città devono tornare a collaborare con il Maggio. Non solo. «Questo è un luogo che ha spazi molto importanti che possono essere messi a disposizione della collettività, anche quella imprenditoriale, e per noi sarà vitale utilizzare questo luogo anche in questo modo. Non è una diminutio, non c’entra nulla con la qualità del progetto culturale, credo che invece sia un’iniezione di nuove risorse per un teatro che ne ha molto bisogno» ha spiegato.
Lavorare all’accesso a questo luogo una delle idee messe in campo da Cutaia che ha evidenziato come «la prima cosa pratica che abbiamo voluto fare è stato abbassare i prezzi dei biglietti. In alcuni casi arrivando anche a un dimezzamento per dare una possibilità reale e vera di avere a chi abita in città di avere un accesso più semplice». Così il biglietto “più caro” passa da 180 a 110 euro e l’ingresso “più economico” da 50 a 35 euro. Primi passi di un lavoro commissariale complesso. «Ad aprile analizzeremo a fondo il nostro bilancio. Faremo la prima variazione commissariale dove metteremo a nudo tutto, facendo un’analisi seria delle voci di bilancio» ha spiegato Cutaia ribadendo che «l’obiettivo è il perseguimento del riequilibrio finanziario di questo luogo. Che non potrà avvenire subito, però, perché la situazione adesso è difficilissima».
La rimodulazione del cartellone del festival – e anche la precedente impostazione della stagione voluta da Pereira, con altri due festival, in autunno e carnevale, da affiancare a quello tradizionale del Maggio, dovrebbe saltare – ha implicato alcune defezioni. La rinuncia di Orozco-Estrada a dirigere è l’occasione per il debutto al Maggio, il 19 maggio, del giovane direttore milanese Diego Ceretta, di recente nominato ai vertici dell’Ort. Anche Philippe Jordan ha cancellato il suo impegno con il Maggio. Non hanno abbandonato la nave, invece, Daniele Gatti direttore principale del Maggio, e Zubin Metha, direttore emerito della fondazione. Maestri che, ha annunciato Cutaia, «rinunciano al 50% del loro cachet. Un segnale enorme di vicinanza e affetto per il Teatro del Maggio».
Nella foto il commissario straordinario del Maggio Onofrio Cutaia (a destra)