Tre giovani pianisti ucraini in concerto al Bolzano festival portati da Iryna Polstiankina guida del Concorso Horowitz che racconta come si vive in Ucraina in tempo di guerra
«Sì, all’Occidente chiediamo armi, armi e ancora armi perché qui si combatte. Ma sarà la musica ucraina a vincere questa guerra, perché per noi è una guerra esistenziale». Da Kiev Iryna Polstiankina chiede quello che il presidente Vladimir Zelensky domanda all’Occidente dall’inizio del conflitto, armi. Ma esprime anche una speranza, quella nella musica «che deve risuonare anche nei rifugi antiaerei e sulla linea del fronte». Iryna Polstiankina è musicista, Artista d’onore dell’Ucraina. Compatriota di Vladimir Horowitz «che è stato il pianista più eccezionale del ventesimo secolo, il re dei pianisti. E Vladimir Horowitz era di Kiev». Dalla capitale ucraina, dove il musicista nacque nel 1903 e da dove partì nel 1925 per trasferirsi prima in Germania e poi negli Stati Uniti, Iryna Polstiankina racconta con orgoglio chi era Horowitz, scomparso a New York nel 1989. «Un musicista che ha portato la cultura ucraina nel mondo. Quella cultura che oggi la Russia vuole distruggere» dice la musicista, direttrice del Concorso pianistico Horowitz di Kiev. Rassegna che sbarca a Bolzano. Perché giovedì 1 settembre alle 19, a Palazzo Mercantile, nell’ambito del Bolzano festival Bozen 2022, va in scena Horowitz Hommage, appuntamento dedicato al pianista ucraino e realizzato in collaborazione tra il Concorso Horowitz di Kiev e il Concorso Busoni di Bolzano insieme al Centro per la pace della città altoatesina. Tre giovani pianisti ucraini, Illia Ovcharenko, Roman Lopatynskyi e Antonii Baryshevskyi si passeranno il testimone nella lunga maratona (il ricavato sarà destinato a sostenere il Concorso Horowitz e i suoi talenti) che vedrà sul leggio le pagine che Horowitz ha illuminato e impreziosito con le sue interpretazioni: Scarlatti, Mozart, Schubert, Schumann, Chopin, Liszt. «La musica – racconta – non è immune dalla guerra: vive, respira, assorbe le vicende del proprio tempo. L’importante è non disperare».
Come si fa a non disperare, Iryna Polstiankina, di fronte a una guerra che dura da più di sei mesi, continuando a fare vittime e sfollati?
«La musica aiuta a restare umani anche in tempo di guerra. Per questo non dobbiamo farla tacere. La musica è sempre importante perché è un linguaggio universale, può unire persone di nazioni diverse. La musica tocca l’anima, la mente, evoca emozioni e quindi aiuta le persone a rimanere umane anche mentre si spara e cadono le bombe».
Come si vive oggi a Kiev?
«La vita a Kiev oggi è eclettica. I negozi e i ristoranti sono aperti e i trasporti pubblici ora funzionano regolarmente, ma nella capitale dell’Ucraina ogni giorno è in vigore il coprifuoco dalle 23 alle 5. Quando suonano le sirene antiaeree tutti i servizi smettono di funzionare: una volta, sono rimasta bloccata in metropolitana per circa un’ora durante un allarme, una sensazione non molto piacevole. La vita culturale è ripresa, alcuni teatri e alcune sale da concerto hanno riaperto pur dovendo rispettare regole rigide: gli spettacoli devono terminare per le 21 per consentire il rientro a casa di pubblico e artisti per l’inizio del coprifuoco, capienza in sala ridotta e obbligo di un rifugio antiaereo così che se suonassero le sirene ci si può mettere al riparo da eventuali attacchi. Naturalmente tutte queste circostanze limitano le possibilità di organizzare eventi e in qualche modo ostacolano la creatività. Per strada e sui mezzi pubblici si vedono tanti uomini e donne in divisa militare, una cosa ormai familiare e quasi rassicurante perché tutti gli ucraini confidano nell’esercito e nel presidente Zelensky. Molti bambini che erano sfollati sono tornati a Kiev e questo è un segno di speranza. I residenti di Kiev confidano che le scuole pubbliche possano riaprire da settembre. Lo stesso auspicio per le università e le scuole di musica e tutti gli altri luoghi di istruzione».
Come si fa musica in un tempo di guerra?
«La guerra determina le condizioni per il funzionamento di varie organizzazioni e istituzioni in Ucraina. Comprese quelle musicali. Dato il pericolo e la precaria situazione economica, che difficilmente cambierà in meglio nel prossimo futuro, ci rendiamo tutti conto con rammarico che un gran numero di eventi culturali andrà perso per i cittadini ucraini per chissà quanto tempo. Per sopravvivere alcune istituzioni hanno cercato di continuare le loro attività all’estero. La Kyiv symphony orchestra suona in Germania, dove riceve il sostegno statale, il festival Odessa classic, quest’anno si è tenuto a Tallinn in Estonia, l’edizione 2023 dell’Eurovision, lo sappiamo, si svolgerà nel Regno Unito. E anche noi del Concorso Horowitz, nato nel 1995, stiamo progettando un’edizione in un posto sicuro, forse in Svizzera. L’arte ucraina non deve perdere il ritmo di crescita acquisito attraverso il duro lavoro degli ultimi decenni. L’Ucraina non può tacere, le voci ucraine devono suonare, artisti e musicisti devono far conoscere la cultura ucraina nel mondo».
Come vivono i giovani pianisti questo momento?
«Molti musicisti ucraini hanno trovato rifugio e ospitalità in Europa, così grazie al sostegno di molti paesi e di migliaia di persone buone e generose il patrimonio pianistico ucraino non andrà perso. Noi ci impegniamo per aiutare chi è rimasto organizzando lezioni, concerti o fornendo semplicemente aiuti finanziari. La musica non deve fermarsi».
Quello che fate con il Concorso Horowitz. Chi è stato il pianista per l’Ucraina?
«Per Kiev e per l’Ucraina Horowitz è un musicista leggendario, una gloria per tutti noi e per l’umanità. Il vincitore di 26 Grammy awards! Horowitz è nato nel 1903, nel 1913 è entrato alla Kyiv music school, che oggi è il Conservatorio, dove ha studiato con insegnanti eccezionali Pukhalsky, Tarnowsky, Blumenfeld. Nel 1920 iniziò una brillante carriera come pianista, che durò fino alla sua morte nel 1989. I critici dell’epoca notarono il suo straordinario talento di giovane musicista, la sua tecnica fantastica e il suo temperamento. Per più di sessant’anni ha generosamente regalato a persone di tutto il mondo la gioia e il piacere di comunicare con la musica. Tra i suoi ammiratori c’erano presidenti e re, personaggi politici di spicco e alti funzionari dei governi, famosi compositori e musicisti, portando nel mondo il nome e la cultura dell’Ucraina».
Come possiamo noi oggi sostenere la cultura ucraina?
«Lo state già facendo, con il concerto al Bolzano festival ad esempio. Un’esperienza da ripetere anche altrove. Poi offrendo borse di studio per l’educazione dei musicisti ucraini. Ma soprattutto aprendo i vostri cuori e le vostre case ai rifugiati ucraini. Per favore, non stancatevi di darci questo supporto, restate con noi!».
Nella foto @keystone piazza Maidan a Kiev
Iryna Polstiankina direttrice del Concorso Horowitz di Kiev
Vladimir Horowitz