Nuova formula per la stagione 22/23 del Teatro del Maggio da settembre un festival d’Autunno sul Verdi “spagnolo” da gennaio uno di Carnveale dedicato a Faust e a Goethe Dopo il caso delle spese pagate con la carta del Maggio Nardella conferma la fiducia al sovrintendente Pereira
«Se mi chiedete se sono soddisfatto della gestione di Alexander Pereira dico sì. Sì, sono felice di come sta lavorando il sovrintendente. E lo ringrazio perché ha tenuto fede all’impegno per il quale l’ho chiamato a Firenze: tenere altissimo il livello dell’offerta artistica del Maggio». Prima che gli arrivi la domanda, il sindaco di Firenze, presidente del cda della fondazione lirica, sgombra il campo dai dubbi e conferma la sua fiducia al sovrintendente Pereira all’inizio della conferenza stampa di presentazione della stagione 2022/2023, dieci opere, due titoli per i più piccoli, 25 programmi sinfonici «organizzati in due festival, il Festival d’autunno e il Festival di Carnevale che, nel progetto del nostro direttore principale, Daniele Gatti, vanno ad aggiungersi allo storico Festival del Maggio dando forma al progetto culturale più ambizioso degli ultimi anni in Italia» annuncia il manager austriaco che vuole fare di Firenze (dove è arrivato a dicembre 2019 dopo essere stato ai vertici del Teatro alla Scala, dell’Opernhaus di Zurigo e del festival di Salisburgo) «la città italiana del festival, il nostro festspielehaus, sul modello di Salisburgo. Per questo chiederò al ministro Franceschini di valorizzare questa specificità fiorentina, facendone una chance per la cultura italiana del futuro».
Pereira sorride – e ora che la tempesta si è un attimo placata ci fa sopra anche una battuta –, ma nei giorni scorsi è stato al centro di una polemica politica per alcune spese fatte con la carta di credito del Maggio: 64mila euro di cui gli è stato chiesto di rendere conto, spesi per cene di rappresentanza, alberghi, ristoranti in giro per il mondo. Un caso arrivato anche in consiglio comunale e in consiglio regionale, con interrogazione dei consiglieri di Fratelli d’Italia, finito anche sul tavolo della Corte di conti. Una vicenda che ha visto Pereira spiegare le sue ragioni e giustificare quelle spese davanti alla Commissione controllo del Comune di Firenze: «Dovevo trovare sponsor per salvare il Maggio. Dopo aver cercato qui mi sono rivolto ad alcuni amici sponsor, specie in Svizzera, da qui i miei viaggi e quelle spese, tutte necessarie» aveva detto Pereira che ora, dunque, torna ad incassare la fiducia del sindaco Nardella. «Sono felice dell’operato artistico di Pereira che alla guida del Maggio continua a portare alto il nome di Firenze nel mondo» ribadisce Nardella che poi parla di «Daniele Gatti e del suo progetto come un grande valore aggiunto. Il binomio Pereira/Gatti è quanto di meglio un teatro lirico italiano possa mettere in campo. Per questo non temiamo nessun confronto».
In effetti quella presentata è una stagione stimolante, ricca, pensata e intelligente. Organizzata per progetti, per fili rossi che attraversano i titoli operistici e i programmi dei concerti, quelli diretti da Gatti, in particolare, ma anche quelli dei direttori ospiti «che ringrazio, a iniziare dal direttore emerito a vita del Maggio, Zubin Mehta, per aver accettato di dirigere brani che si inserissero nella cornice dei nostri temi, specie Zubin che ha accolto le proposte di un collega di vent’anni più giovane che da sempre è un suo ammiratore» afferma Gatti. Ecco allora il Verdi “spagnolo” per il Festival d’autunno con Trovatore, Ernani e Don Carlo, tre opere ambientate in Spagna, e concerti che «sotto la protezione di Verdi ci riportano alla Spagna di Ravel e De Falla o all’Italia di Petrassi, Ghedini e Casella» spiega Gatti. Il mito di Faust e Goethe, invece, per il Festival di Carnevale con Doktor Faust di Ferruccio Busoni e The Rake’s Progress di Igor Stravinskij e il diabolico di Wagner con la Faust ouverture o di Stravinskij e del suo Oiseau de feu. «Intorno ci sarà molto altro, titoli e programmi che escono dai binari dei temi trattati perché non siamo in università, ad un corso monografico o a lezione di musicologia e perché non voglio cristallizzare per due mesi l’intera programmazione su un unico tema» annuncia Gatti che l’8 settembre aprirà il cartellone con un “fuori tema” imperdibile, Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini nell’ormai storico allestimento di Damiano Michieletto con protagonisti Vasilisa Berzhanskaya (Rosina, dopo esserlo già stata nel film tv che Gatti ha girato con Mario Martone a dicembre 2020 all’Opera di Roma), Nicola Alaimo (Figaro) e Ruzil Gatin (Almaviva).
Il barbiere di Siviglia di Rossini con la regia di Damiano Michieletto (@Michele Monasta)
Il Festival d’autunno parte il 29 settembre con il verdiano Trovatore diretto da Mehta proposto in un nuovo allestimento di Cesare Lievi. «Saremo ancora in sala Mehta perché i lavori di adeguamento tecnologico del palco della sala grande finiranno a dicembre, giusto in tempo per Don Carlo» annuncia Pereira. Cantano Fabio Sartori (Manrico), Maria José Siri (Leonora), Ekaterina Semenchuck (Azucena), Amartushvin Enkhbat (Conte di Luna) e Riccardo Fassi (Ferrando).
Prima di tornare a Verdi dal 18 ottobre dal Festival di Pentecoste di Salisburgo arriva a Firenze Alcina di Georg Friederich Händel, «titolo che segna l’inizio della collaborazione con Cecilia Bartoli, cosa che mi rende davvero felice» annuncia Pereira. Sul palco lo spettacolo di Damiano Michieletto, «che lo ripenserà per la sala Mehta», in buca la bacchetta di Gianluca Capuano alla guida de Le musiciens du Prince. Carlo Vistoli è Ruggiero, Lucía Martín-Cartón Morgana, la Bartoli, naturalmente, Alcina.
Alcina di Händel con Cecilia Bartoli (@Matthias Horn)
Leo Muscato firma un nuovo Ernani che dal 10 novembre vedrà sul podio James Conlon. Cantano Francesco Meli (Ernani), che sarà a Firenze per ben quattro titoli, ancora la Siri (Elvira), Roberto Frontali (Don Carlo) e Vitalij Kowaljow (Silva). Il 27 dicembre si torna nella sala grande del Teatro del Maggio con Don Carlo, «versione italiana in quattro atti, anche se l’idea era di presentare quella francese in cinque. Ma i lavori finiranno sul palcoscenico a ridosso dell’allestimento e la versione francese, con un’abbondante mezz’ora in più di musica, avrebbe richiesto più prove mentre noi avremo giusto il tempo di allestire i quattro atti della versione di Modena» spiega Gatti che sarà sul podio guidando le voci di Francesco Meli (Don Carlo), Mikhail Petrenko (Filippo II), Ekaterina Semenchuck (Eboli), Alexander Vinogradov (il Grande Inquisitore). «Non posso ancora annunciare Elisabetta e Posa» dice Pereira. Lo spettacolo porta la firma di Roberto Andò, scene di Gianni Carluccio e costumi di Nanà Cecchi.
Molti i concerti. Il 16 ottobre (dopo averlo portato il giorno prima al Festival Verdi di Parma e il 17 settembre a Torre del Lago) Gatti dirige i Quattro pezzi sacri di Verdi e li affianca a pagine dal primo e dal terzo atto del wagneriano Parsifal (Wagner sarà al centro del Maggio 2023 mentre nel 2024, in autunno, toccherà a Puccini), Mehta dirige l’Ottava di Anton Bruckner (11 ottobre), la Terza di Gustav Mahler (21 ottobre) e il Concerto in si bemolle maggiore K595 per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart con Maurizio Pollini. Arrivano poi Andrés Orozco-Estrada, Charles Dutoit con Marta Argerich, Christoph Eschenbach e Mark Elder.
«Vogliamo dare spazio ai solisti dell’Orchestra del Maggio e valorizzare i ragazzi dell’Accademia del Maggio» annuncia Pereira che vede il Teatro Goldoni, da troppo tempo poco sfruttato, come il luogo ideale per questo progetto. Al Goldoni il 24 gennaio si apre il Festival di Carnevale con La finta semplice di Mozart, dirige Theodor Guschlbauer, regia di Claudia Blersch. Ma il programma entra nel vivo il 7 febbraio con il Doktor Faust di Ferruccio Busoni diretto da Ingo Metzmacher: Thomas Hampson è Faust, AJ Glueckert Mefistofele e Olga Bezsmertna La duchessa di Parma. Nuovo allestimento di Davide Livermore che il 12 febbraio rimette in scena la sua Traviata in versione novelle vague con Mehta sul podio e in scena Nadine Sierra (Violetta), Francesco Meli (Alfredo) e Placido Domingo (Germont).
La traviata di Verdi con la regia di Davide Livermore (@Michele Monasta)
Piatto forte è, dal 12 marzo, The Rake’s Progress di Stravinskij. «È la storia di un abuso di Facebook, ha detto Gatti in una cena che ho organizzato a casa mia con lui e Frederic Wake-Walker. Ma ho pagato io e Gatti ha portato il vino» scherza con i giornalisti Pereira. Allestimento fatto. Gatti sul podio, Wake-Walker in regia per il capolavoro di Stravinskij che vedrà in scena Sara Blanch (Anne), Matthew Swensen (Tom) e Vito Priante (Nick). Qualcosa di diabolico l’ha anche Carmen, titolo che chiude la stagione dal 28 marzo. Mehta sul podio «e in regia ho voluto un grande vecchio del teatro italiano, Piero Faggioni, che firmò una Carmen con Claudio Abbado. Ho lottato, ma mi ha detto di sì». Nel capolavoro di Bizet le voci di Clementine Margaine (Carmen), Francesco Meli (Don José), Mattia Olivieri (Escamillo) e Valentina Nafornita (Micaela).
Sul fronte sinfonico Marc Albrecht per la Faust-Symphonie di Franz Liszt (il 13 gennaio), Gatti (il 26 febbraio) per la Faust Ouvertüre di Wagner, Una notte sul monte calvo di Modest Musorgskij e L’oiseau de feu di Stravinskij. Il 24 marzo, un mese prima dell’avvio del Maggio 2023, la stagione si chiude con Mehta che dirige la Seconda sinfonia di Maler, la Risurrezione. In tutti gli appuntamenti in campo il coro di Lorenzo Fratini e l’orchestra del Maggio «da sempre una delle migliori formazioni italiane» ricorda Gatti.
«Un cartellone con proposte culturali nuove ed entusiasmanti. Perché un teatro deve produrre cultura e offrire proposte all’altezza dell’impegno di tutti i soci che lo sostengono. Il Maggio oggi fa questo. Grazie a Alexander Pereira. Grazie a Daniele Gatti. E grazie a tutti i lavoratori» conclude il sindaco Nardella.
Zubin Mehta (@Simone Donati)