Il musicista bresciano nominato direttore principale dell’orchestra e del coro della rardio di Budapest
Riccardo Frizza è il nuovo direttore principale dell’orchestra sinfonica e del coro della Radio ungherese. Lo ha annunciato l’istituzione musicale di Budapest. Una nomina che arriva dopo un lungo rapporto tra il musicista bresciano e le formazioni ungheresi, iniziato nel 2010. Un mandato che sarà festeggiato con il pubblico ungherese domani, giovedì 24 marzo, quando Frizza salirà sul podio del Müpa di Budapest per dirigere la Seconda sinfonia in do minore Resurrezione di Gusatv Mahler. «Essere il nuovo direttore principale dell’orchestra Sinfonica e del coro della Radio ungherese è un grande onore per me. Ammiro molto i musicisti e l’incredibile patrimonio culturale di questo paese ed essere a Budapest mi riempie sempre di gioia» ha detto il musicista, classe 1971, nato a Bagnolo Mella, nel bresciano, di casa sui palcoscenici di tutto il mondo, specialista del belcanto, di Bellini e Donizetti, sensibile interprete verdiano e del verismo.
«Sin dalla prima volta che ho lavorato con questa orchestra, abbiamo avuto una profonda intesa musicale. Oggi sono felice di potere lavorare insieme regolarmente, sviluppando e rafforzando ulteriormente il nostro percorso artistico. Sono fiducioso che insieme saremo tra le migliori e più prestigiose orchestre europee. Questo è il mio obiettivo. Meglio, il nostro obiettivo!» ha detto ancora Frizza, direttore musicale del Donizetti opera di Bergamo. Il melodramma e ora anche l’impegno sinfonico con la nomina arrivata da Budapest che rappresenta un ulteriore riconoscimento per Frizza che inizierà il suo mandato a partire dalla stagione 2022/2023. Ma già il 24 marzo il direttore sarà sul podio della Bartók national concert hall del Müpa per la Seconda sinfonia di Mahler: accanto all’orchestra e al coro della Radio ungherese ci saranno il Kodály choir debrecen, il soprano Kinga Kriszta e il mezzosoprano Erika Gál.
«Con questo concerto continuo il mio progetto interpretativo delle Sinfonie di Mahler e del grande repertorio sinfonico tedesco» spiega Frizza per il quale «dirigere in questi giorni la Resurrezione è straordinariamente impegnativo dal punto di vista emotivo: quest’opera continua a parlare alla nostra coscienza oggi come alla fine dell’Ottocento. Il fiume di musica e di canto meravigliosi che la inonda ci parlano di un’umanità lacerata e attonita. Mahler, di questo tormento, cercò la chiave per l’intera sua vita compositiva. Oggi noi cerchiamo di entrare in questo mondo di sofferenza espressa con le altezze vertiginose della musica, sperando di trovare, come il compositore, una qualche idea di Resurrezione».
Nella foto @Simone Falcetta Riccardo Frizza