Sale da concerto e musei trasformati in barberie e centri estetici e palestre. Succede in Olanda dove il governo del premier Mark Rutte ha allentato alcune misure di contenimento del Covid, riaprendo, appunto, parrucchieri ed estetisti, negozi e palestre, ma imponendo a teatri, cinema, musei, bar e ristoranti di restare ancora chiusi almeno sino al 25 gennaio. E se i bar hanno riaperto comunque con un gesto di disobbedienza civile, i, luoghi della cultura, come segno di protesta, si sono reinventati, trasformandosi in saloni di bellezza e palestre con parrucchieri ed estetisti, personal trainer e coach tra le tele dipinte o sul palco, tra i violini e le trombe, appena sotto il podio. A tagliare capelli, a dipingere unghie, mentre i visitatori ammiravano un Van Gogh o gli ascoltatori si godevano una sinfonia di Ives nella storica sala del Concertgebow.
Una protesta durata un giorno per dire che la cultura è importante, che andare al museo e a teatro è sicuro e per chiedere al governo regole condivise ed eque. Parrucchieri ed allenatori al museo Van Gogh e al Mauritshuis davanti alla Ragazza con l’orecchino di perle di Vermeer e al Concertgebouw, con l’orchestra schierata sul palco della sala da concerti di Amsterdam impegnata ad eseguire una sinfonia di Charles Ives mentre due parrucchieri, accanto al direttore, erano impegnati con pettine e forbici. Al Limburgs museum, invece, insegnanti di danza hanno tenuto lezioni di zumba.
Nella foto @Reuters un parrucchiere al lavoro sul palco del Concertgebow