Si chiude con una Menzione special ex aequo per i tre finalisti la Besançon international competition for young conductors. Il concorso per giovani direttori d’orchestra quast’anno parla anche un po’ italiano. Anche se il volto di uno dei tre vincitori ha gli inconfondibili tratti asiatici di Deun Lee. Il musicista, classe 1988, è nato a Seoul, in Corea del Sud, ma la sua formazione è italiana, milanese in particolare. Il direttore d’orchestra, primo sudcoreano ad arrivare in finale nella prestigiosa competizione francese giunta quest’anno alla cinquasettesima edizione, è cresciuto artisticamente infatti nel capoluogo lombardo dove si è diplomato in canto, pianoforte e direzione d’orchestra al Conservatorio Giuseppe Verdi.
A Besançon Deun Lee ha avuto la meglio su trecento concorrenti provenienti da tutto il mondo. Una prima selezione ha ristretto la rosa dei concorrenti a venti direttori che dal 13 al 18 settembre si sono misurati con il podio. In una prima fase sul leggio la Sinfonia n.90 e la Sinfonia n.103 di Franz Joseph Hayd e la Sinfonietta di Francis Poulenc. Seconda fase, alla quale sono passati otto concorrenti, con pagine dall’Elijiah di Felix Mendelssohn e dal Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart. Tre i finalisti, insieme a Deun Lee il cinese Jiong-Jie Yn e il francese Chloé Dufresne, che si sono misurati con la Sinfonia n.5 di Jean Sibelius e una partitura in prima assoluta di Camille Pèpin, Aux confins de l’orage. Prove dopo le quali la giuria internazionale ha deciso di assegnare ex aequo le tre menzioni speciali. Per i vincitori la possibilità di collaborare con diverse orchestre e società concertistiche europee.
Nella foto @Frack Lallemand il direttore Deun lee