MiTo, tra passato e Futuri da immaginare

Inaugurazione con Fabio Luisi sul podio dell’Orchestra Rai Mozart e Beethoven raccontano il tema dell’edizione 2021

Per ripartire, ci dice il titolo dell’edizione 2021 di MiTo, occorre provare a immaginarsi non un futuro, ma tanti Futuri. Un esercizio di speranza, sicuramente in tempo (incerto) di pandemia. Ma anche un gioco, il gioco dei bambini del «facciamo che io ero…» che li fa (e ci fa) progettare e sperimentare oggi quello che vorrebbero (vorremmo) essere domani. Nella musica lo hanno fatto i grandi, racconta – con quel carico inesauribile di cultura, mai didascalica o fine a se stessa, che riesce a snocciolare con una semplicità e una immediatezza che ogni volta sorprendono, stupiscono e affascinano – Gaia Varon. Che introduce, formula azzeccata adottata da qualche anno da MiTo, il concerto inaugurale. Sul leggio del programma che ha aperto l’edizione 2021 di Settembremusica al Teatro Dal Verme di Milano ci sono due grandi che hanno immaginato – non senza sofferenza per lo scetticismo dei loro contemporanei – i Futuri della musica. Due profeti, perché questo è il nome di chi immagina – profetizza, appunto – il futuro come Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven. Due che hanno messo nella loro musica il passato, ma soprattutto l’inquietudine del loro tempo, che non è solo l’inquietudine artistica tipica dei momenti di passaggio, ma è quella di una società che cerca nuovi punti di riferimento. Che l’arte, se tale vuole essere, deve indicare.

Certo, Fabio Luisi sul podio dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai ha scelto due partiture in qualche modo “conservatrici” di Mozart e Beethoven, il Concerto per pianoforte e orchestra in do maggiore n.25 del salisburghese e la beethoveniana Sinfonia n.8 in fa maggiore, il primo ancora legato a certo gusto viennese del concerto brillante e la seconda ritenuta dai critici del tempo quasi uno stop nel percorso evolutivo (tutto un precipitare in avanti) del compositore, un ritorno al punto di partenza. Forse necessario, come in ogni cosa, questo ritorno alle origini, prima della deflagrazione della Nona. Fabio Luisi legge proprio in questo senso l’Ottava, un guardare al passato che getta le basi per la rivoluzione finale, che immagina quali Futuri possono scaturire da una tradizione da tradire. Quello che fa anche Mozart con i suoi scarti improvvisi, con i suoi colpi di teatro – anche nella musica sinfonica – che ti spiazzano e ti dicono che il Concerto per pianoforte che stai ascoltando non è quella formula rassicurante che consola, ma uno sguardo sul baratro dell’uomo, come racconta l’Andante. Che Francesco Piemontesi alla tastiera rende intima riflessione in un continuo dialogo con l’orchestra. Il Mozart di Luisi inizia solenne per farsi via via più trasparente e rarefatto sul quale si staglia il virtuosismo di Piemontesi. Poi Beethoven a chiudere un cerchio che si era aperto con subito con forza della compositrice Unsuk Chin, pagina del 2020 proposta a MiTo in prima esecuzione italiana. Pagina che si apre con la chiara citazione del beethoveniano Coriolano e che cita poi il Beethoven che costruisce Futuri, quelli di Mahler e Strauss, Stravinskij e Bartok.

Con MiTo a Milano riparte la musica. Per la sua quindicesima edizione il festival propone un grande cartellone di 126 concerti (molti appuntamenti gratuiti, i biglietti per quelli a pagamento vanno da 3 a 35 euro) equamente divisi tra Milano e Torino, le due città che dal 2007 (quando la storica rassegne Settembremusica ha lasciato i confini piemontesi per arrivare in Lombardia) fanno squadra nel segno della grande musica classica. Sino al 25 settembre oltre sessanta concerti che spaziano dal Barocco alla musica contemporanea con sette prime esecuzioni assolute, dodici prime italiane e sessanta pagine di compositori viventi. Grandi artisti e giovani promesse nel cartellone di MiTo: le bacchette di Fabio Luisi, Riccardo Chailly e Pablo Heras-Casad. il tenore Ian Bostridge affiancato dal pianista jazz Brad Mehldau, i pianisti Ivo Pogorelich, Alexander Romanovsky e Gabriela Montero, il violinista Sergej Krylov e la fisarmonicista Ksenija Sidorova. E poi la Filarmonica della Scala e l’orchestra del Teatro Regio di Torino. Torna la giornata dei cori, sabato 11, e molti gli appuntamenti in calendario per i più piccoli. Il programma dettagliato, equamente diviso tra i teatri del centro e le sale di periferia, sul sito di MiTo a questo link

Nelle foto @Lorenza Daverio il concerto inaugurale di MiTo al Dal Verme di Milano