Il Teatro alla Scala ha finalmente, dopo sei mesi, riaperto al pubblico. Inizio settimana di grande musica prima con Riccardo Chailly e i complessi musicali di casa poi con Riccardo Muti e i Wiener philharmoniker. Archiviato il doppio appuntamento (non le polemiche che, ancora, tengono banco sui social) è tempo di guardare avanti, ad un ritorno alla normalità. Che sarà, comunque, per gradi, come più volte detto dal sovrintendente Dominique Meyer. Sino a giugno, infatti, resterà montata la grande pedana sopra la platea che consente all’orchestra di suonare distanziata: spettatori, cinquecento in tutto, solo nei palchi (e, novità, su ogni porta sarà affissa una breve storia del palco stesso) e in galleria – ma il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha fatto sapere che chiederà a governo e comitato tecnico scientifico di aumentare la capienza. Il primo appuntamento con gli ascoltatori seduti anche in platea sarà il 25 giugno con il concerto di Maurizio Pollini. Prima resterà la disposizione che si è vista in questi mesi di streaming e che, ha detto il direttore musicale Riccardo Chailly, «ci ha consentito di scoprire un suono nuovo e unico della sala.
Sulla grande pedana salirà il 17 maggio Daniel Harding per un concerto, trasmesso anche in streaming, con la Filarmonica: sul leggio l’ouverture dal Freischütz di Carl Maria von Weber e la Sinfonia n.9 Dal Nuovo mondo di Dvořák. Il 25 maggio torna l’opera. E, diversamente da quanto annunciato in un primo momento, anche con il pubblico. Che, per l’occasione, sarà di 200 ragazzi under30 sistemati nelle gallerie (biglietto a 20 euro). Ripartenza simbolica, dai giovani, con L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini nello storico allestimento di Jean Pierre Ponnelle. Ottavio Dantone sul podio, in scena le voci di Cecilia Molinari (Isabella), Maxim Mironov (Lindoro) e Carlo Lepore (Mustafà): data unica per lo spettacolo che andrà anche in streaming sui canali social scaligeri.
Il 6 giugno recital di canto del mezzosoprano Marianne Crebassa accompagnata al pianoforte da Alphonse Cemin. Spazio poi alla danza con tre repliche, il 9, il 10 e l’11 giugno, di una serata che vede il Corpo di ballo impegnato con Movements to Stravinsky di András Lukács, Canon in D Major di Jiří Bubeníček, Concerto DSCH di Alexei Ratmansky e Verdi Suite, coreografia ideata dal direttore del Corpo di ballo Manuel Legris per il gala tv del 7 dicembre e ora ampliata.
Il 25 giugno il nuovo recital del pianista Maurizio Pollini. Tre recite, dal 26 giugno, per Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart che tronano nello storico allestimento di Giorgio Strehler, omaggio al regista triestino nel centenario della nascita. Sul podio (e l’orherstra tornerà in buca) Daniel Harding, protagonisti Luca Michieletti (Figaro), Rosa Feola (Susanna), Jukia Kleiter (la Contessa), Simon Keenlyside (il Conte) e Svetlina Stoyanova (Cherubino).
Intanto proseguono gli appuntamenti in streaming, tutti dedicati alla danza. Giovedì 13 e venerdì 14 maggio andranno online le lezioni tenute in sala prove con il Corpo di ballo da Massimo Murru e Alessandra Ferri su L’histoire de Manon di Kenneth MacMillan. Ad approfondire il ruolo di Des Grieux giovedì ci saranno Gabriele Corrado, Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Marco Agostino. Il lavoro su Manon vedrà impegnate Martina Arduino, Nicoletta Manni e Virna Toppi.
Sabato 15 maggio alle 20 tocca alla Serata grandi coreografi, registrata a teatro vuoto a inizio maggio: Don Chisciotte di Rudolf Nureyev con Mattia Semperboni e Vittoria Valerio, Taras Bulba di Rostislav Zakharov con Federico Fresi, Cantata, di Mauro Bigonzetti con Antonella Albano e Gioachino Starace, alcuni quadri da Suite en blanc di Serge Lifar con Maria Celeste Losa, Timofej Andrijashenko, Nicola Del Freo e Claudio Coviello, L’histoire de Manon di Kenneth MacMillan con Virna Toppi e Gabriele Corrado, Spring and Fall di John Neumeier con Timofej Andrijashenko e Agnese Di Clemente, Proust, ou les intermittences du coeur di Roland Petit con Claudio Coviello e Marco Agostino, Debussy pour sept danseurs sempre di Petit con Martina Arduino e Marco Agostino. Finale con Paquita di Maruis Petipa affidato a Nicoletta Manni, Nicola Del Freo, Maria Celeste Losa, Martina Arduino, Vittoria Valerio e Alessandra Vassallo.
Nella foto @Brescia/Amisano Teatro alla Scala L’italiana in Algeri di Rossini