Cecilia Bartoli a Firenze. E in Tosca a Salisburgo

L’8 ottobre unica data italiana del tour dedicato a Farinelli Nel 2021 al Festival sarà il pastorello nell’opera di Puccini

Squilla il telefono. «Ho una bellissima notizia da darti, Cecilia Bartoli l’8 ottobre canta a Firenze». Alexander Pereira ci tiene ad annunciare di persona il “colpo” messo a segno «giusto mezz’ora fa» per il Maggio musicale fiorentino, l’unica data italiana della tournée del mezzosoprano romano che sarà il 4 ottobre a Vienna per passare poi a Versailles il 10 e a Tolosa il 13. In mezzo la tappa fiorentina. Identico il programma, un omaggio a Farinelli che la Bartoli propone con l’ensembre Les Musiciens du Prince diretto da Gianluca Capuano. Sul leggio pagine di Händel, Porpora, Hasse, Telemann e Vivaldi con arie da Ariodante, Il trionfo del tempo e del disinganno, Giulio Cesare in Egitto, Amadigi di Gaula, Orlando Furioso e Rinaldo. Filo rosso la figura di Carlo Boschi, detto Farinelli, uno dei castrati più celebri della storia del melodramma, divo del Settecento al quale la Bartoli ha dedicato il suo ultimo progetto discografico. «La vera sfida – racconta la musicista – è cantare questi brani il più vicino possibile alla partitura barocca, ma trasmettendo al pubblico del ventunesimo secolo le emozioni che provo». La Bartoli è da sempre legata a Pereira – l’esperienza del Festival di Pentecoste di Salisburgo, le presenze all’Opernhaus di Zurigo, guidati dal manager austriaco – tanto da accettare un progetto Barocco al Teatro alla Scala, poi cancellato quando Pereira dopo cinque anni di sovrintendenza non si è visto rinnovare il mandato.

Appuntamento l’8 ottobre al Teatro del Maggio a Firenze teatro che, da quando è ripartito lo scorso giugno con concerti prima in streaming e poi dal vivo, non ha smesso di annunciare novità. Merito della mente vulcanica di Pereira che si inventa e realizza appuntamenti straordinari da affiancare al già ricchissimo cartellone: ben tre le opere in scena dall’inizio di settembre, prima il Rinaldo di Händel poi La rondine di Puccini e ora, dal 4 ottobre, il Nabucco di Verdi con Placido Domingo nel ruolo (da baritono) del titolo, il debutto come Abigaille di Maria José Siri e la regia di Leo Muscato. Non solo, sempre per inizio ottobre, Pereira ha programmato La creazione di Haydn, una pagina che mette sempre nei suoi programmi dove è grande l’attenzione alla spiritualità, diretta da Mehta per festeggiare i cinquant’anni dal suo debutto al Maggio. Appuntamento il 6 ottobre con le voci di Hanna-Elisabeth Müller, Patrick Grahl, Veta Pilipenko e Michael.

«Il Teatro del Maggio è partito con molta attenzione, ma anche con determinazione e decisione con la sua attività e ha annunciato una stagione importante e intensa» dice Pereira che, in un cartellone modello festival, come ha abituato il suo pubblico (dopo Salisburgo i programmi per il Teatro alla Scala), ha messo uno in fila all’altro i nomi di Daniele Gatti, Zubin Mehta, Maurizio Pollini, Klaus Mäkelä (al suo debutto italiano), John Eliot Gardiner, Juan Diego Flórez insieme a Traviata e Un ballo in maschera in forma di concerto e alla Messa da Requiem per le vittime della pandemia.

«Sono molto felice che Cecilia Bartoli abbia accettato e che possa ritornare a Firenze per testimoniare assieme a noi che il Teatro vive e prosegue nella sua strada e che la musica sia una specie di salvataggio dalle problematiche di questi tempi» commenta ancora Pereira che poi annuncia: «Con Cecilia abbiamo alcuni progetti il primo dei quali è il suo invito a Salisburgo al Festival di Pentecoste dove come Maggio porteremo la Tosca di Puccini diretta da Mehta nella quale il mezzosoprano si è ritagliata un ruolo cameo, sarà infatti il Pastorello che fu il suo primo ruolo in assoluto quando era ancora una bambina di nove anni».

Nella foto @Brescia/Amisano Alexander Pereira e Cecilia Bartoli