Il Requiem di Verdi con Chailly per le vittime del virus prima di un cartellone pop con Traviata, Aida e Bohème Meyer ridisegna la stagione e punta al pareggio di bilancio
Il Teatro alla Scala, chiuso dal 23 febbraio, si prepara a ripartire a settembre con Giuseppe Verdi e Ludwig van Beethoven. È arrivato il via libera all’unanimità del consiglio di amministrazione del Piermarini (che si è riunito ieri in videoconferenza) al piano messo a punto dal sovrintendente Dominique Meyer che ha riprogrammato la stagione a partire da settembre. Dal governo Conte non sono ancora arrivate indicazioni precise su quando i teatri potranno rialzare il sipario, ma la Scala si riorganizza per essere pronta con un piano che, nel rispetto delle indicazioni che verranno fornite dalle autorità sanitarie, riporti il pubblico a teatro. Non solo, un piano per arrivare comunque al pareggio di bilancio dopo che la chiusura porterà a venti milioni di mancati incassi.
La ripartenza sarà affidata a un grande concerto aperto alla popolazione in Duomo con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi: orchestra e coro saranno guidati dal direttore musicale Riccardo Chailly che, con la pagina che il musicista scrisse nel 1874 (la prima nella chiesa di San Marco) per la morte di Alessandro Manzoni, vuole rendere omaggio a tutte le vittime del coronavirus. E proprio perché i focolai più drammatici in Lombardia sono stati quelli di Bergamo e Brescia, la Scala vorrebbe portare il Requiem verdiano nelle due città che hanno pagato un grande tributo di vite umane.
Non solo il ricordo delle vittime. Ma il pensiero degli artisti scaligeri vuole andare anche a medici e infermieri, al personale sanitario che sta fronteggiando l’epidemia negli ospedali e negli ambulatori: a loro sarà dedicata la Nona sinfonia di Beethoven, sempre diretta da Riccardo Chailly, che con il suo Inno alla gioia finale invita alla speranza e a guardare con fiducia al futuro.
Cartellone rivoluzionato, poi, per far spazio a titoli popolari di opera e balletto: già cancellate le produzioni in cartellone sino a luglio (dopo Salome di Strauss, Pelleas di Debussy e Tannhäuser di Wagner, saltano anche Amore dei tre re di Montemezzi, Fedora di Giordano e Un ballo in maschera di Verdi), sono ora stati congelati (ma il sovrintendente Meyer ha fatto sapere di voler riprendere tutte le produzioni nelle prossime stagioni) anche i titoli in programma da settembre, dal Viaggio a Reims di Rossini con i ragazzi dell’Accademia all’Agrippina di Haendel alla Gioconda di Ponchielli. Al loro posto le riprese di tre storici allestimenti scaligeri: la verdiana Traviata (che doveva andare in tournée in Giappone) diretta da Zubin Mehta e con la regia di Liliana Cavani, l’Aida del 1962 di Franco Zeffirelli con le scene dipinte di Lila de’ Nobili affidata alla bacchetta di Chailly e la pucciniana Bohème, altro capolavoro firmato da Zeffirelli. In scena i cantanti già scritturati per le produzioni cancellate.
Riparte a settembre anche il balletto che, dopo un Gala con étoile internazionali, proporrà La dame aux camelias, firmata da John Neumeier con Roberto Bolle e Il lago dei cigni nell’immancabile coreografia di Rudolf Nureuev. Non solo opera e balletto, ma anche molta musica sinfonica: arriverà la Staatskapelle di Dresda diretta da Christian Thielemann, al pianoforte torneranno Maurizio Pollinie Daniel Barenboim che, gratuitamente, eseguirà le Variazioni Diabelli, Anna Netrebko sarà impegnata in un recital di canto mentre la violinista Anne-Sophie Mutter, che è guarita dopo acer contratto il Covid, parteciperà gratuitamente come solista ad un concerto diretto da Chailly.
Un programma popolare per convincere il pubblico a tornare senza paura, rispettando le distanze e le regole, a teatro. «La ripresa dell’attività nella sala del Piermarini avverrà nel pieno rispetto delle norme di sicurezza per gli artisti e per il pubblico» dice il sovrintendente Meyer che lancia con questo programma di ripartenza anche un segnale di speranza per una ripresa dello spettacolo dal vivo che oggi si fatica ad ancora ad immaginare e alla quale molti sembrano guardare con diffidenza.