In un comunicato congiunto il Concertgebow e il direttore annunciano l’accordo per chiudere il caso del licenziamento scelto dall’orchestra dopo le denunce di prseunte molestie
Si chiude, e a quanto pare definitivamente, la vicenda del licenziamento in tronco di Daniele Gatti dal ruolo di direttore principale della Royal Concertgebouw orchestra di Amsterdam. Con un comunicato congiunto pubblicato sul sito della formazione musicale olandese si annuncia che «le questioni tra le due parti sono state risolte dopo lunghe discussioni». Una trattativa a livello di avvocati partita ad agosto dello scorso anno: il 2 agosto il musicista milanese era stato messo alla porta dall’orchestra che guidava dal settembre 2016 dopo le denunce di presunte molestie di due cantanti rilanciate dal Washington post. «Queste accuse hanno causato molta confusione tra musicisti e personale. Oltre a questo, dal giorno della pubblicazione dell’articolo sul Washington Post, un certo numero di colleghe musiciste della Royal Concertgebouw orchestra ha riportato esperienze con Gatti, che non sono appropriate considerando la sua posizione di direttore musicale» si leggeva nel comunicato diffuso otto mesi fa.
Oggi i toni cambiano decisamente. «La Royal Concertgebouw orchestra vorrebbe cogliere l’occasione per ringraziare il Maestro Daniele Gatti per la sua guida artistica durante il suo periodo come direttore principale dell’orchestra e il contributo che ha dato alla sua posizione nel mondo della musica classica». Non si parla di accordi economici. Il Concertgebow assicura che «l’orchestra ha voluto bene al maestro Gatti, sia personalmente che professionalmente. Rimarrà sempre una parte importante dell’eredità artistica dell’orchestra e sarà sempre ricordato come il suo settimo direttore principale della formazione».
Il comunicato apparso sul sito del Concertgebow
Toni che sembrano gettare acqua sul fuoco delle polemiche innescate la scorsa estate dalla decisione inaspettata che ha attirato sul Concertgebow pesanti critiche. Sull’onda del caso Weinsteine del movimento del #metoo anche nel mondo musicale si è scatenata una caccia alle streghe, non sempre supportata, però, da prove concrete. Gatti, accusato dalle cantanti Alicia Berneche e Jeanne-Michèle Charbonnet per fatti che risalirebbero a metà degli anni Novanta, non è mai risultato coinvolto in nessun procedimento. Una piaga, quella degli abusi, da condannare fermamente, ma anche da trattare con tutte le cautele del caso per non stroncare carriere e reputazioni.
Per Gatti da allora la solidarietà del mondo musicale e il moltiplicarsi di inviti a salire sul podio di prestigiose orchestre. A dicembre, poi, la nomina a direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma. Oggi il Concertgebow fa sapere che «in segno di apprezzamento verranno pubblicate tre speciali registrazioni con la direzione di Gatti: in cd e dvd la Salome di Richard Strauss e la Sinfonia n.1 Titano di Gustav Mahler, su cd la Sinfonia n.9 di Anton Bruckner». Uno scritto al quale, fanno sapere il Concertgebouw e Gatti, non seguiranno «ulteriori annunci». Strade, dunque che si dividono definitivamente con un accordo che regola il divorzio musicale.
Leggi l’articolo del 2 agosto sul licenziamento di Gatti dal Concertgebow