La tomba vuota e il canto dell’Alleluja
Ritroviamo le donne dove le abbiamo lasciate la sera del Venerdì. Eccole all’alba del primo giorno della settimana. Ci accompagnano i racconti evangelici di Matteo, Giovanni e Luca. La musica cambia. Il silenzio del Venerdì lascia posto a una melodia che unisce malinconia e speranza. È la musica che Antonio Vivaldi immagina nella sua Sinfonia al Santo Sepolcro.
Antonio Vivaldi, Sinfonia al Santo Sepolcro
Dopo aver percorso le tappe di Gesù verso Gerusalemme, dopo aver rivissuto la Passione e dopo aver intrapreso la Via Crucis percorriamo ora le tappe della Via Lucis attraverso gli incontri di Gesù Risorto con i suoi discepoli.
Un angelo del Signore, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto».
Johann Sebastian Bach, Messa in si minore, «Et Resurrexit»
Et resurrexit tertia die secundum scripturas
Voci come di angeli nella Messa in si minore di Johann Sebastian Bach annunciano la Resurrezione di Cristo. Et resurrexit tertia die secundum scripturas canta il coro nel cuore del Credo della pagina che il kantor di Lipsia portò a compimento nel 1749, un anno prima della sua morte.
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. La corsa. Il fiato e le parole trattenute per non lasciar trasparire le emozioni. Perché il clima ostile intorno ai discepoli di Gesù lo si avverte serpeggiare. Poi, una volta spalancata la porta del luogo dove si trovavano i discepoli il grido: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Il cuore sarebbe portato a credere alla Resurrezione. La ragione invita a riflettere. Eccole le due anime dell’uomo raccontate da Giovanni. Nelle donne. Poi nei due discepoli che corrono al sepolcro. Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Geore Friedrich Händel, The Messiah, «Hallelujah»
Hallelujah! For the Lord God Omnipotent reigneth
the kingdom of this world is become.
The kingdom of our Lord and of His Christ and He shall reign for ever and ever
King of Kings and Lord of Lords. Hallelujah!
Esplode l’Hallelujah nel celebre coro del Messiah di Georg Friedrich Händel, oratorio che ripercorre la vita di Gesù e che si è ascoltato per la prima volta a Dublino nel 1742.
Il Giovanni del logos e il Pietro del cuore hanno compreso. A un passo da loro Maria di Magdala è ancora confusa. Mentre piangeva, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro!
La dolcezza di questo momento nel Regina Coeli della Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni. Storia di un delitto d’onore, andata in scena nel 1890, è ambientata la mattina di Pasqua. Mentre in chiesa risuona il canto che dice la gioia di Maria per la Resurrezione del Figlio, Santuzza e il Coro alzano il loro canto Inneggiamo al Signore risorto.
Pietro Mascagni, Cavalleria rusticana, «Regina Coeli… Inneggiamo»
Regina Coeli, laetare, Alleluja! Quia quem meruisti portare, Alleluja!
Resurrexit sicut dixit, Alleluja!
Inneggiamo, il Signor non è morto! Ei fulgente ha dischiuso l’avel.
Inneggiamo al Signore risorto oggi asceso alla gloria del ciel!
Cambio di scena. Dopo il sepolcro eccoci sulla strada per Emmaus. Due di loro erano in cammino e conversavano di tutto quello che era accaduto. Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro.
Idealmente li accompagna la musica di Johann Sebastian Bach che chiude il suo Osteroratorium, l’Oratorio di Pasqua, eseguito per la prima volta nel 1725.
Johann Sebastian Bach, Osteroratorium, «Es hat mit uns»
Es hat mit uns nun keinen Not nichts schadet uns der ewig Tod
Christus, der hat in dieser Schlacht gesieget und uns frei gemacht.
Egli è stato con noi ora nulla ci può far più male nemmeno la morte.
In questa battaglia Cristo ha vinto e ci ha resi liberi.
Ancora un cambio di scena. Ed eccoci di nuovo nel Cenacolo. La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». I discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Wolfgang Amadeus Mozart, Exsultate, Jubilate, «Alleluia»
La gioia in musica per eccellenza. Quella di Wolfgang Amadeus Mozart. Gioia irrefrenabile, perché Cristo è risorto, in questo Exsultate, Jubilate, mottetto composto a Milano nel 1773. Ecco ancora un Alleluia, un inno di lode che si diffonde. Una gioia contagiosa. Quel fuoco che spinge i discepoli ai confini del mondo ad annunciare Cristo morto e risorto. La missione di ogni cristiano che, attraverso il Battesimo, è morto e risorto con Gesù.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.