Il direttore milanese il 19 ottobre a Firenze al Maggio musicale primo concerto italiano dopo il licenziamento da Amsterdam A dicembre con Rigoletto inaugurerà l’Opera di Roma
Daniele Gatti torna a dirigere in Italia. Bella notizia. Ritorno che avviene prima del previsto. Altra bella notizia.
Il direttore d’orchestra milanese venerdì 19 ottobre al Maggio musicale fiorentino sale per la prima volta sul podio di un teatro italiano dopo la vicenda che questa estate ha visto il Concertgebow di Amsterdam rimuoverlo dal suo incarico di direttore musicale dell’orchestra olandese in seguito al caso di due presunte molestie sollevato dal Washington post. Accuse che risalgono a vent’anni fa, uscite ora sull’onda emotiva del caso Wenstein, rimaste, però, sulla carta e mai tramutate in denuncia formale da parte di due cantanti.
Gatti venerdì 19 ottobre sarà sul podio dell’orchestra del Maggio per un appuntamento della stagione sinfonica dell’Opera di Firenze, chiamato in corsa a sostituire l’indisposto Fabio Luisi, direttore musicale del teatro toscano. E anche questa è una bella notizia. Perché vuol, dire che i teatri italiani non si sono fatti contagiare dall’ondata colpevolista e pseudo moralizzatrice che ha spinto il Concertgebow a mettere fine dalla sera alla mattina al rapporto con il musicista milanese. Già l’Opera di Roma, l’indomani della vicenda, aveva confermato la fiducia a Gatti che il prossimo 2 dicembre inaugurerà con un nuovissimo Rigoletto la nuova stagione lirica capitolina. Impegni confermati anche a Milano con il sovrintendente del Teatro alla Scala Alexander Pereira che non mette in dubbio il Pelleas et Melisande di Debussy che riporterà Gatti – che il prossimo 13 maggio sarà sul podio della Filarmonica – a dirigere un’opera nel teatro milanese.
Alla chiamata di Firenze Gatti ha risposto prontamente, reduce da un doppio concerto a Monaco di Baviera alla guida della Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunk, l’orchestra della Radio bavarese, con Schubert e Webern. L’11 e il 12 ottobre nella Herkulessaal trionfo per il masetro, salutato dall’affetto del pubblico e dell’orchestra che più volte non si è alzata in piedi per lasciare gli applausi tutti al direttore.
Al Teatro del Maggio, messo da parte l’impaginato pensato da Luisi tra Schubert e Mozart, Gatti dirigerà un programma che ha la sua impronta di musicista sensibile e profondo, intelligente e capace di leggere attraverso la musica i segni dei tempi: sul leggio dei musicisti del Maggio il Preludio dell’atto III e l’Incantesimo del Venerdì Santo dal Parsifal di Richard Wagner, racconto di una sofferenza, percorso di un’anima che passando attraverso il dolore più lancinante arriva a una nuova vita; e poi la Sinfonia n.9 in re minore di Anton Bruckner, la sinfonia incompiuta, che apre al futuro, tutto da scrivere.