Un drammone dalle tinte forti, pulp. Grottesco al punto che a volte fa quasi sorridere per l’assurdità. La Gioconda di Amilcare Ponchielli va in scena nel 1876 al Teatro alla Scala con il libretto dello scapigliato Arrigo Boito che, però, qui si forma Tobia Gorrio. Un melodramma dove la pagina più nota è sicuramente La danza delle ore, pieno di sentimenti e intrighi. Racconto Gioconda in tre minuti
Nella foto @Roberto Ricci La Gioconda al Municipale di Piacenza