16.03.2021 Anche la musica fa memoria delle vittime del Covid. Lo fa oggi, lo ha fatto in questo lungo anno in cui i teatri e le sale da concerto sono rimasti chiusi e le note, specie quelle sacre, sono risuonate in luoghi particolari, facendosi ricordo commosso, preghiera accorata. In qualche modo speranza. Come davanti al Cimitero di Bergamo dove a giugno la città, con orchestra e coro del Donizetti opera diretti da Riccardo Frizza, ha ricordato i suoi morti con la Messa da Requiem di Gaetano Donizetti alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Mattarella presente a settembre anche in Duomo a Milano per un altro Requiem, quello drammatico e monumentale di Giuseppe Verdi proposto da Riccardo Chailly con orchestra e coro del Teatro alla Scala, pagina portata poi a Brescia e Bergamo. Ed è ancora Bergamo, primo territorio ad essere stato colpito un anno fa dalla pandemia e dal grande numero di morti – le immagini dei camion dell’esercito carichi di bare sono diventate un’icona della tragedia – a fare memoria delle vittime della pandemia di coronavirus che, in Italia, hanno superato le 100mila. Giovedì 18 marzo in città arriva il premier Mario Draghi per la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da Coronavirus.
Molte le iniziative della diocesi di Bergamo che culminano in serata con una meditazione in musica, un Memoriale della rinascita, in programma alle 20.30 nella cattedrale di Sant’Alessandro in Città alta, momento che sarà possibile seguire su BergamoTv (tanto sul canale video che su quello online). Alle 20 le campane di tutte le chiese bergamasche suoneranno a morto poi, nelle navate vuote della cattedrale, la musica si farà preghiera e speranza. Damiana Natali guiderà ottanta musicisti provenienti da Lombardia, Veneto ed Emila Romagna, riuniti nell’orchestra Ars armonica e nel coro Città Piazzola sul Brenta, in pagine dal Gloria di Antonio Vivaldi, dal Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart e dal Messiah di Georg Friedrich Händel. Non solo. Perché sul leggio ci sarà anche un brano composto per l’occasione dalla stessa Damiana Natali, Dona nobis pacem che sarà un sigillo musicale alla preghiera interreligiosa e interconfessionale che si terrà nel pomeriggio al Cimitero monumentale alla presenza dei rappresentanti delle diverse fedi e delle comunità religiose presenti in città. Una pagina che non vuole essere solo un ricordo, ma anche uno sguardo di speranza nel futuro nel segno di una ritrovata fratellanza quella che risuonerà con le voci di Federica Vitali, Anna Maria Chiuri, Ivan Defabiani e Marco Spotti. «Un’opera scritta in ricordo delle persone che ci hanno lasciato, ma anche per donare pace ai viventi e all’umanità intera, quale augurio di rinascita e di collaborazione tra nazioni e generazioni – racconta Damiana Natali –. Nella scrittura si fondono richiami di varie tradizioni musicali, occidentale e orientale, cristiana, araba ed ebraica. E nel finale tutto confluisce in un grandioso Amen, come esortazione che la pace avvenga». Musica che riempirà la cattedrale vuota, «il luogo ideale per questa esecuzione – conclude la musicista –. Qui da ogni pietra si respira la salvezza che si fonde con l’arte. E da questo luogo le note risuoneranno anche in lontananza».